Pronti a riaccogliere Ricky, a prescindere

Prosegue l’appuntamento con Alessandro Jacobone, leader dei “Milanisti Non Evoluti”. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Alessandro a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Siam venuti fin qua… e chissà dove andremo a finire.

Sono passati poco più di tre anni da quando il cuore sanguinava a causa della cessione del nostro giocatore simbolo. Il ragazzo che tutte le mamme avrebbero desiderato come compagno delle proprie figlie, il bravo ragazzo icona ideale di un calcio moderno e pulito, il campione in grado da solo di farti vincere una Champions come quella del 2007.

Giorni durissimi che hanno portato il sottoscritto a iniziare una lunga battaglia mediatica contro una dirigenza che sembrava e sembra aver dimenticato l’essenza della famiglia Milan che lei stessa professava come un pregio del quale vantarsi.

Eravamo così sicuri da convincere anche i cugini che questo sentimento non lo hanno mai realmente provato. Il coro “non vincete mai” e gli innumerevoli sfottò riecheggiavano nelle vie di Milano ed erano usati da noi milanisti come passatempo come le barzellette sui carabinieri.

Quei giorni sono però assai lontani e la storia ha regalato quel triplete che gli onestoni ci rinfacceranno fino all’arrivo dei marziani sul nostro pianeta. E’ vero che anche l’Inter non se la sta passando benissimo in questo mercato, ma se Sparta piange Atene non ride.

Il calciomercato di questi tempi regala solo colpi in uscita ed è così che in pochi anni abbiamo visto i campioni più assoluti lasciare il nostro campionato.

Quante volte abbiamo invocato l’arrivo degli sceicchi nella nostra società? Carri pieni di petroldollari trainati da lussuosi cammelli. Me li immaginavo già sostare nel parcheggio VIP dello stadio di San Siro.

Ma pensandoci bene, perché mai dovrebbero investire in un campionato corrotto, pieno di sospetti e prescitti e dove un giocatore come Destro riesce ad occupare le prime pagine dei quotidiani sportivi nazionali?

Una situazione davvero drammatica che va a ledere quella che è stata per gli italiani la passione numero uno per diversi anni. La domenica era sacra per tre motivi, la messa delle 12, la partita la domenica e il 90esimo minuto per vedere i goal degli altri campi.

Un calcio romantico ucciso dagli interessi economici che hanno condizionato calendari e il calciomercato stesso. La Panini che non riesce a stare al passo con il cambio di maglia dei giocatori e le società che comprano gli stessi con meccanismi di acquisto simili a quelli degli appartamenti di vacanza delle multiproprieta’

Gli stadi vuoti sono conseguenza di tutto questo marcio che spinge i tifosi, già stretti dalla morsa della crisi economica, a valutare se ne valga davvero la pena investire i pochi soldi rimasti. Il Milan si ama a prescindere è vero, ma non c’è amore senza poesia.

E se anche il nostro Ricky non dovesse più essere il campione in grado di scartare da solo tutta la difesa del Manchester Unite chi se ne importa. Visti i tempi che corrono e visti i nomi che gravitano attorno alla nostra squadra, citerei un modo di dire milanese che recita: “Piutost che nigot, l’è mej piutost” (piuttosto che niente, è meglio piuttosto).

Forza Milan a prescindere!

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