Boa: un Principe povero di idee

Siamo solo alla terza giornata di campionato, è vero, ma il pessimismo latente della pre-season ha tutte le ragioni di persistere. I risultati iniziano a spaventare e le ragioni dei turbamenti sono diverse. Alcune riguardano la struttura della rosa, povera di qualità, altre sono di natura psicologica, con una condizione mentale tutt’altro che solida e le prestazioni sapide offerte sul campo sono le dirette conseguenze. Il baricentro è spesso basso e la difesa si schiaccia incomprensibilmente fin dentro l’area di Abbiati, anche quando gli avversari attaccano con pochi elementi. Le distanze tra i reparti non sempre sono corrette, di conseguenza sia la fase difensiva che quella offensiva appaiono a tratti al limite dell’improvvisazione.

A San Siro il Milan in due gare ufficiali non ha ancora segnato e ha prodotto un numero esiguo di palle gol. Una delle posizioni chiave nello schieramento di Allegri è sicuramente quella coperta da Boateng. Prince ha il compito, in fase di non possesso, di pressare il playmaker basso avversario e di esser il trait d’unione tra il centrocampo e l’attacco quando la palla è rossonera. Se la difficoltà di creare occasioni è evidente, lo si deve in buona parte all’interpretazione discutibile di KPB. Il numero di palloni giocati del Boa è altissimo, ma troppo spesso si limita a calciare in porta da qualsiasi posizione non appena salta l’uomo. La problematica principale è che gioca tanti palloni ricevendo spalle alla porta o comunque partendo da posizione statica ed è innegabile che queste condizioni evidenzino i suoi limiti. La sua forza sono il dinamismo e la fisicità, caratteristiche poco sfruttate in quest’inizio di campionato. Nell’anno dello scudetto Boateng spaccava le partite sfruttando la sua potenza e la capacità di buttarsi negli spazi, favorito dai movimenti di Ibra, abilissimo a portar via uomini. In quei frangenti appariva davvero irresistibile.

La sensazione è che senta eccessivamente la responsabilità di dover inventare qualcosa. Probabilmente la condizione atletica attuale e i sincronismi tutti ancora da costruire, acuiscono l’inefficacia del ghanese. Addirittura è forse sin troppo coinvolto nella manovra, finendo per cercare talvolta solo il contatto e un’eventuale punizione. C’è assoluta necessità di trovare alternative agli schemi offensivi confusi, esibiti fino ad ora. Paradossalmente, malgrado vesta la numero 10, una soluzione potrebbe essere far partire il Boa da una posizione più arretrata, magari anche da mezz’ala, così che possa avvalersi di tutta la sua esplosività. Prince, se sei davvero una stella, è arrivato il momento di brillare.

Twitter: @fabryvilla84

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