Calci da fermo, il male del Milan ha una posizione: curiamolo!

Adesso non è più solo un caso ma un vero e proprio campanello d’allarme: ben 4 volte su 6, in campionato, il Milan ha subito reti da calcio da fermo.

Costa, Diamanti, Di Natale e Galloppa; Sampdoria alla prima, Bologna (ma non decisiva) alla seconda, Udinese alla quarta e Parma alla sesta. Leggerezze pagate a caro prezzo e che sembrano un amaro flashback del passato…

Erano i tempi “ancelottiani”, infatti, quelli in cui i rossoneri subivano a ripetizione episodi di questo genere; soprattutto nelle stagioni 2008 e 2009. Mancanza di lucidità? Qualche disattenzione di troppo? O solo sfortuna?

Si tratta di errori, decisivi a nostro sfavore e serviti su un piatto d’argento agli avversari. In mezzo all’area, da calcio da fermo, arrivano prima loro di noi, sulle punizioni, sistematicamente, si concedono troppi spazi e libertà di muoversi liberamente. Bravi anche i nostri “mattatori” sia chiaro, ma agevolati e non poco dalle marcature “comode” dei nostri difensori. Ma non solo.

Ieri a Parma una punizione a due, concessa con colpevole ingenuità dal neo entrato Montolivo, è riuscita a trapassare il muro rossonero (con De Jong che al momento del fischio scappa dalla linea costruita per coprire la porta, perché?!?) e battere Abbiati: una mancanza di attenzione che in Serie A rischi di pagare a caro prezzo e che noi, iella o meno (o forse masochismo), in questo delicato momento dovremmo evitare. Fare le cose semplici nei momenti difficili non è mai stato slogan più vero. Ma tant’è.

Così, tra un Galloppa ed un altro, perdiamo punti e posizioni, scivolando nella side B del campionato. Non si può sorridere dopo una serata come quella di ieri, anche se, a sprazzi, si è visto un Milan vivace e in ripresa. Ma non è bastato. E forse Allegri ha ragione a dare poca importanza al modulo, perché l’organizzazione in diverse fasi di gioco sembra praticamente assente.

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