Parma: corsa e grinta. Ma sul lungo andare…

Il Parma, per metterci in difficoltà, scenderà in campo con aggressività e determinazione. La metterà sull’intensità, cercando di chiudersi e fare densità in mezzo al campo, per poi ripartire con dinamismo. Non si sbilancerà con facilità, specie durante le prime battute di gara, ma preferirà aspettarci e colpirci con azioni di rimessa. Dispone di elementi che dispongono abilità da contropiedisti, Pabon e Ninis in primis.

Filosofia di gioco: gli uomini di Donadoni si schiereranno con un 3-5-2. I centrocampisti correranno come forsennati, provando a costruire una diga in prossimità della linea mediana, a stroncare sul nascere le nostre trame, a impadronirsi delle fasce e a proteggere la difesa. Quando si impossesseranno della sfera, i nostri avversari svilupperanno l’azione dalle corsie laterali, dove gli esterni avranno il compito di spingere a volontà e fornire cross per il centravanti. Quest’ultimo, oltre ad andare in gol, sarà incaricato di fare salire la squadra ed effettuare sponde che possano essere sfruttate dai compagni tramite inserimenti. Anche la seconda punta, che alternerà azioni personali ad assist, partirà dalle fasce. E se due dei tre centrocampisti rimarranno in prevalenza bloccati, pur ripiegando con costanza, un interno avrà l’abitudine di compiere incursioni nella nostra area. Il tutto per garantire imprevedibilità alla manovra e condurre con efficacia il contropiede.

Lacune: gli esterni di centrocampo, macinando kilometri e dedicandosi alla spinta, oseranno trascurare la fase di copertura. Ecco allora che i mediani, al fine di coprire la posizione che i laterali libereranno con disinvoltura, dovranno spendere energie e concedere terreno. Da segnalare è il fatto che, nonostante lottino con animus pugnandi, alcuni centrali del midfield emiliano pecchino in fisicità. Correranno il rischio, a meno che Donadoni non decida di lanciare sin dall’inizio due mastini come Parolo e Acquah(che difetta però in senso del gioco), di calare e soccombere nei contrasti. I problemi di tenuta a cui i mediani del Parma andranno incontro causeranno sul lungo andare la creazione di varchi in mezzo campo e faranno in modo che la difesa sia esposta a minacce, sebbene presenti un elemento in grado di distinguersi per potenza, abilità nella marcatura e senso del gioco, Gabriel Paletta. Sta però di fatto che i suoi compagni di reparto, chi in merito alla comprensione dello sviluppo dell’azione e chi alla mobilità, presentano problemi.

Come batterli: Allegri, per avere ragione del Parma, dovrà varare la cortina di ferro e riportare in auge l’albero di Natale. Bisognerà vincere la battaglia in mezzo al terreno di gioco. E sarà vietato concedere azioni di rimessa. Per l’adempimento del compito, i nostri tre incontristi dovranno evitare di alzarsi senza criterio e che i padroni di casa sfondino sulle corsie laterali, andando a raddoppiare il portatore di palla avversario. I centrocampisti del Milan saranno chiamati a inserirsi con parsimonia, affinché si dedichino alla fase di copertura e si impongano sui dirimpettai. In attacco, dal momento che Boateng sarà titolare e che Pazzini verrà con ogni probabilità annientato da Paletta, dovremo affidarci a un 4-3-2-1 rovesciato. El Shaarawy e Robinho(o Bojan), chiamati anche a ripiegare e sostenere la fase difensiva, dovranno iniziare l’azione d’attacco dalla trequarti e dalle vie laterali e convergere verso il centro. Boateng, mentre le due seconde punte porteranno palla e proveranno a sfondare, sarà chiamato a inserirsi con veemenza. E dato che il lavoro sporco spetterà ai suoi colleghi di reparto, godrà della facoltà di sottrarsi alla fase di recupero, fungendo in pratica da punta centrale. Con questo accorgimento tattico, errori causati da superficialità e disattenzioni permettendo, la porteremo a casa. Provare per credere.

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