Perché così poco Bojan?

Il primo passo per risolvere un problema è riconoscere di averne uno. A Milanello pare abbiano già da settimane realizzato di avere diverse matasse da districare, ma al momento bandoli e soluzioni appaiono ancora lontani. Si è parlato allo sfinimento delle sportivamente drammatiche cessioni estive, sopratutto all’interno nell’ambiente Milan, arrivando al limite delll’autolesionismo. Questa litania ripetuta all’infinito ha contribuito, in parte, a creare insicurezza. Incertezze e timori che hanno paralizzato il Diavolo, rendendolo docile e incapace di impaurire minimamente gli avversari. Al di là delle poche reti segnate, le occasioni create di queste prime giornate, si contano quasi sulle dita di una mano.

Eppure il reparto offensivo era forse quello che preoccupava meno i tifosi rossoneri. Sulla carta, Robinho, Pato, El Shaarawy, Pazzini, Bojan e il giovane Niang, offrivano diverse soluzioni offensive al tecnico. Tralasciando la fragilità tragicomica del Papero e la comprensibile immaturità del giovane francese, era lecito aspettarsi un impiego massiccio di Pazzini, prima vera punta di ruolo e un utilizzo costante del talentuoso Faraone. Non era al contrario pronosticabile, alla fine del mese di settembre, un totale di mezz’ora circa di presenze per Bojan Krkic. Lo spagnolo, prodotto di qualità della Masia Blaugrana, è stato fortemente voluto da Allegri, tuttavia Max ha per ora preferito schierare giocatori con caratteristiche diverse dalla sue. Ci si aspettava di vederlo di più, a maggior ragione dopo l’infortunio di Robi e le prestazioni poco convincenti del Boa come mezzapunta. Misteriosamente invece per Bojan, solo scampoli di partite, per di più quasi sempre compromesse.

Le caratteristiche del nuovo 22 rossonero, si sposano perfettamente con le necessità palesate dalla squadra. Qualità, tecnica e rapidità sono ingredienti fondamentali per tornare a dare un pizzico di imprevedibilità alle azioni offensive del Milan. Concedergli fiducia potrebbe anche far tornare il buon umore ad un incupito San Siro. Le tensioni, le ansie, le preoccupazioni dei tifosi, potrebbero esser alleviate dal sorriso sincero e pulito di un campioncino pluridecorato, che ha tutte le carte in regola per diventare una stella presente e futura. Chissà che oggi (non sembra) il Mister (in tribuna) non gli conceda finalmente 90 minuti.

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