Senza Boa si vince. Questione di tattica

Caso? Di sicuro realtà. Boateng non c’è, il Milan vince. Il Boa sembra essere stato preso come capro espiatorio di questo pessimo inizio di stagione momentaneamente riscattato dalla vittoria per 2-0 col Cagliari. Già con l’Atalanta si era visto Kevin-Prince primo sostituito della gara come a dimostrare che fosse lui il vero problema della manovra rossonera, poi la bocciatura di Udine con la panchina e l’espulsione appena entrato. Allegri ha minimizzato sull’accaduto ma sembra proprio che mentalmente il giocatore sia lontano dalle migliori condizioni.

Su Twitter Boateng fa i complimenti ai compagni per la vittoria di San Siro: “Importante vittoria contro il Cagliari con fantastica prestazione di El Shaarawy. Ben fatto!”. Sottolinea la prestazione esaltante del piccolo faraone, ma quello che è saltato all’occhio di tifosi e addetti ai lavori è che in campo c’era un Milan più pimpante di quello visto con lui presente: cosa surreale vista la notevole grinta con cui era solito scendere in campo l’anno scorso.

La sua posizione in campo non è cambiata dall’anno scorso ma c’è da ricordare una piccola ma non indifferente differenza: l’anno scorso la prima punta era Zlatan Ibrahimovic che spesso e volentieri si abbassava a ricevere i palloni facendo uscire la difesa avversaria e creando moltissimi spazi per gli inserimenti di Nocerino e proprio di Boateng. Quest’anno gli spazi si sono notevolmente ristretti a causa della presenza statica di Pazzini, più abile nell’allungare la squadra avversaria che a venire incontro a giocare la palla. Questa sembra dunque la ragione tattica dell’involuzione di Boateng. Ora starà a lui lavorare al meglio per trovare serenità e la giusta collocazione sul campo in modo da riprendere l’ascesa che l’aveva portato ad essere uno dei giocatori più amati del Milan di Allegri.

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