Galliani assistman, Allegri lo segue a modo suo: nasce il Milan “alla spagnola”

D. Mariani – Vicedirettore SpazioMilan.it

Cambia il modulo, cambia il Milan. Dal 4-3-1-2 di Allegri (e non solo) al 4-2-fantasia di Leonardo, passando per l’”albero di Natale” di Ancelotti. I rossoneri cambiano pelle e le prestazioni crescono. Come i risultati.

L’aveva suggerito Galliani al termine di Milan – Cagliari, l’ha ribadito prima di imbarcarsi e volare in Russia. E Allegri si è fidato a modo suo. Parma e Zenit: squadra vivace e propositiva (quattro punti su sei). Al contrario del primo inizio di stagione, in campionato e in Champions League con l’Anderlecht, quando Max sperimentò senza successo Emanuelson e Boateng dietro al solo Pazzini.

L’ad rossonero dà la scossa e l’allenatore toscano vince sul campo. Senza Pazzini ma con Bojan: meno centimetri e fisicità, più qualità ed inserimenti. Nasce il Diavoloalla spagnola”. Con il 4-2-3-1 El Shaarawy è più libero di inventare, Prince ed Urby di provare la giocata godendo di più spazio; la difesa rimane equilibrata e i due mediani hanno il compito di fare filtro tra i reparti. Ma che differenza c’è con il periodo “leonardiano”?

Gli uomini ovviamente, ma soprattutto l’incisività (e l’esperienza). Nella storica vittoria contro il Real Madrid per 2 a 3 del 21 ottobre 2009, per esempio, quel Milan schierava Ronaldinho, Seedorf, Pato e Borriello in attacco, più efficaci del quartetto proposto (anche) ieri da Allegri. Ma, essendo ovviamente meno affiatato, il “nuovo” reparto comincerà adesso a crescere e correre insieme. E chissà che non porterà più benefici di quello di 3 anni fa…

Insistere, dunque, su questa “quadratura” e continuare a spingere come l’altro ieri. Torna l’ossigeno in casa Milan e la strada comincia ad essere meno tortuosa. Provare per credere e confermarlo anche a San Siro nel derby di domenica sera.

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