Bojan ora va di fretta, domani sfiderà lo scetticismo spagnolo – UPDATE: “Lavoro ogni giorno per arrivare al massimo”

Su Bojan Krkic si fa sul serio. Dopo la rivelazione di Adriano Galliani (“Abbiamo pagato un prestito alla Roma e il diritto di riscatto al Barcellona”), la società rossonera ripone nell’attaccante spagnolo molte aspettative per l’immediato e il prossimo futuro.

Bojan ha un padrino che in casa Milan è una garanzia: quel Frank Rijkaard, che lo ha fatto esordire nel Barcellona contro il Lione a 17 anni, divenendo il più giovane titolare della storia del Barça e il più giovane a segnare al Camp Nou. Eppure alla Roma è rimasto schiacciato tra l’anno turbolento di Luis Enrique e l’arrivo di Zdenek Zeman, che ha ammesso di aver ceduto perché “è un ragazzo che vuole giocare, non ha avuto pazienza”.

Eppure al Milan di pazienza sembra averne. Ha aspettato il suo momento e finora è sceso in campo 381 minuti in campionato, con un gol, 7 assist, 13 cross, 10 dribbling riusciti, 117 passaggi positivi e 14 negativi. In Champions, invece, ha giocato solo 67 minuti, senza reti. La nuova verifica arriverà domani sera contro il Malaga. Per Bojan sarà l’occasione per rifarsi anche davanti a certi giornalisti spagnoli che l’hanno sempre un po’ descritto con scetticismo.

UPDATE (ore 14) – Bojan si è presentato alla conferenza stampa pre Milan-Malaga. “Ho 22 anni e mi manca tanto per arrivare il più lontano – ha affermato lo spagnolo -. Lavoro ogni giorno al massimo per arrivare al massimo. Sono tre anni che non gioco in Champions. Domani è una partita importante, speriamo di vincere“. Sugli avversari di domani: “Il Malaga gioca al calcio e le piace farlo. Dal centrocampo in avanti ha tantissima qualità. Noi siamo il Milan: se prendiamo la palla possiamo fare tante cose. Paura del Meazza? Io non ho sentito nessuna difficoltà nei confronti di San Siro. Mi son sempre trovato bene, idem sabato. Non c’è nessun problema. Domani dobbiamo fare la partita. Se abbiamo la palla possiamo fare le cose bene. Il Malaga non è una squadra imbattibile, anzi molto meno“. Poi qualche battuta sui compagni d’attacco Stephan El Shaarawy e Alexandre Pato:El Shaarawy sta facendo bene. Pato è l’attaccante più forte che ho visto. Arriva in un periodo i lunga degenza. Non deve dimostrare niente a nessuno. Ha tutto, gli manca solo giocare e prendere fiducia“. Sulla sua posizione: “In tutta la mia vita ho giocato nel centro. Provo a fare il meglio di quello che mi dice il mister. Riscatto? Io sono qui per questo“. Quindi alcune considerazioni sulla differenza tra il calcio italiano e la Liga: “Il calcio spagnolo non è molto meglio o peggio, ma una filosofia diversa. C’è una differenza tattica. In Italia si guarda molto alla tattica”.

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