Caro Pato, non ti lamentare se San Siro ti fischia…

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Un’altra notte da Milan. Dopo la vittoria di San Pietroburgo i nostri ragazzi hanno espugnato per la prima volta il campo dell’Anderlecht. Non era accaduto nemmeno al fantascientifico Milan del double capelliano. Un segnale importante, il Milan é cosí, anche nelle annate che si preannunciano senza vittorie, interlocutorie o se preferite deludenti, beh anche in queste stagioni, riesce a tirar fuori notti che fanno sognare. Soprattutto in Champions League. Perché noi c’è l’abbiamo davvero nel DNA. Lo si capisce da tante, troppe cose. Razionali e irrazionali.

I numeri dicono che il Milan da otto anni di fila accede agli ottavi di Champions. La magia si vede da quella parabola stregata sulla traiettoria nata dall’acrobazia di Mexes. Una rovesciata che non può non ricordare il Van Basten del ’94, contro il Goteborg, sempre Champions League. Proprio Marcolino ha assistito alla nostra vittoria in Belgio ed é stato invitare da Galliani ad assistere domenica sera alla sfida con la Juve. Giá la Juve. Mercoledì l’invito a Van Basten, ieri Baresi a Milanello, per sabato é stata nuovamente evocata la presenza taumaturgica di Berlusconi al capezzale della squadra. Le proviamo tutte.

Non nascondiamoci. Questi ci fanno paura. Corrono e pressano come matti. Vogliono farci vedere in casa nostra che l’anno scorso non hanno vinto lo scudetto solo grazie al mitico “gol di Muntari”. Inoltre noi siamo una squadra che si sta appena scrollando di dosso i grandi problemi e le tante incertezze che hanno zavorrato il nostro avvio di stagione. Una batosta contro “quelli lá” ci ricaccerebbe nel baratro. Da evitare a tutti i costi. Come? Questo é un bel problema, ma tra via Turati e Milanello si sta preparando al meglio la sfida. Chiaramente non possiamo intervenire sugli agenti esterni, tipo la sestina arbitrale. A proposito il designatore ha avuto la brillante idea di mandarci Rizzoli che 9 mesi fa, da quarto uomo, non vide la palla di Muntari dentro di mezzo metro con l’aiuto del monitor di bordo campo. Figuriamoci cosa vedrá senza replay! Speriamo in bene, ma intanto facciamo ciò che é nelle nostre possibilitá.

Innanzitutto scegliamone 11 che vadano in campo con la bava alla bocca. Domenica non c’é spazio per fighette, gente che pensa al proprio contrattino o, peggio ancora, al proprio look. Partiamo da Abbiati, da 13 anni il portiere con piú presenze in rossonero, quello che ci ha salvato tante volte e grazie al quale siamo agli ottavi di Champions (leggi San Pietroburgo). Cerchiamo di non dimenticarcelo al primo errore, grazie.

In difesa purtroppo non c’é Bonera e non sappiamo nemmeno se ce la fa il galvanizzatissimo Mexes. E allora non possiamo rinunciare a Yepes e a fianco a lui Acerbi. In crescita ma sempre meglio di Zapata. Sugli esterni De Sciglio e Constant, le due sorprese piú liete di questo autunno. In realtá sulle qualitá di Mattia non avevo dubbi dall’anno scorso e da quest’estate dico che il nostro vero numero DUE é lui, non Abate.

A centrocampo recupera il capitano, non possiamo fare a meno di lui contro la Juve e al suo fianco Montolivo, sempre piú uomo-squadra, al di lá delle mie piú rosee aspettative. Allegri sta meditando di tornare al 4231 per non farci schiacciare in area dalla Juve e avere piú soluzioni in ripartenza. E allora il trio con Emanuelson-Bojan-Elsha alle spalle di Pazzini.

Sí, avete letto bene: fuori Boateng. Non possiamo permetterci uno che gioca da solo, che prende palla e tira. Come ha fatto 8 volte a Napoli, 50 dall’inizio del campionato. Mai una volta in porta. Non possiamo permettercelo. Sta lentissimamente migliorando ma DEVE giocare di piú per la squadra. Altrimenti di qui a poco sarò costretto a chiedere al Direttore di SpazioMilan di cambiare nome alla mia rubrica. Non piú Boateng a tutti, ma Elshao a tutti.

Battute a parte é perfino inutile sprecare altri elogi per El Shaarawy che ha giá battuto il record di gol di un certo Meazza alla sua etá. Sa prendersi sulle spalle la squadra come Kaká e segna piú di Sheva. Godiamocelo e chiediamoci perché Madre Natura ha dotato due ragazzi, uno di 20 l’altro di 23 anni, dello stesso talento sopraffino e invece di una testa cosí diversa. Quello di 20 gioca, parla e si comporta da capitano. Quello di 23 se ne frega dei compagni, dell’allenatore e adesso anche della maglia che indossa.

Eh sí, caro Papero, io sono stato il primo quest’anno a invocare pazienza per te in nome di tutti gli infortuni che ti hanno frenato dal punto di vista fisico e psicologico. Ti abbiamo visto camminare mentre la squadra soffriva, hai tirato in curva un rigore soltanto 10 giorni fa e sei stato capace di segnare solo due gol a porta vuota. E la tua risposta qual è? “Cosí le cose non vanno, il Milan deve parlare con il mio procuratore“!!! Ma stiamo scherzando? Dopo due partite in panchina? Oppure il problema vero è quel contratto in scadenza che potrebbe aprirti le porte a un ingaggio principesco da un altra parte? Questo significa essere “professionisti” soltanto un giorno al mese: esattamente il 27! Eh non queste cose non dovevi proprio dirle. Cosa dovrebbe fare il Milan secondo te? Rinnovarti il contratto a scatola chiusa,  magari raddoppiandoti l’ingaggio. Senza nemmeno sapere quante altre volte ti farai male e quante altre volte non avrai voglia di giocare. Eh no furbetto non si fa cosí. Poi non ti lamentare se San Siro ti fischia…

Galliani adesso è quasi obbligato a rinnovargli il contratto per non perdere a zero tra un anno e mezzo un capitale pagato 24 milioni 5 anni fa. Bella fregatura. Eh sí che Adriano aveva fatto il capolavoro spedendolo a Parigi, ma purtroppo quel 12 gennaio è stato l’inizio delle nostre disavventure. Chissá che però quelle scaltre e ingrate parole pronunciate dal brasiliano in Belgio non facciano cambiare idea a chi l’ha trattenuto qui e che a distanza di nove mesi non si possa cambiare la storia… Magari partendo proprio da Milan-Juve

Sperem

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