Una manita per allontanare gli spettri

Nell’anticipo dell’undicesima giornata di Serie A, che vedrà il suo piatto forte nella serata con la partitissima fra Juventus ed Inter, il Milan ospita il Chievo di Eugenio Corini. Una gara da vincere assolutamente per migliorare la posizione di classifica, dare continuità ai due risultati utili consecutivi ed affacciarsi nel migliore dei modi al tour de force impressionante che a novembre vedrà i rossoneri vedersela in campionato contro Fiorentina, Napoli e Juventus. Per riuscire nell’intento, Massimiliano Allegri torna dopo un mese a schierare il modulo con cui la squadra si era espressa meglio. Un 4-2-3-1 che vede il ritorno di Abbiati in porta, una terza linea composta da Constant ed Abate sulle corsie esterne e completata da Zapata e Mexes, i due davanti alla difesa sono Montolivo ed Ambrosini, mentre dietro l’unica punta Pazzini, inizialmente preferito a Pato, i tre trequartisti sono El Shaarawy, Bojan ed Emanuelson (in poche parole, la prima linea che si è vista nel finale di Palermo).

Il Milan parte forte e prende in mano le redini del gioco ma la palla scotta fra i piedi ed il Chievo sembra potersi rendere pericoloso con le ripartenze. La gara cambia intorno al quarto d’ora. Il primo gol di Emanuelson in campionato, anche se la deviazione clivense è netta e decisiva per sorprendere Sorrentino, sembra mettere la gara sui giusti binari per i rossoneri. Peccato che solo 2′ dopo, Pellissier pareggi di testa sull’ennesima disattenzione da palla inattiva. I tre trequartisti sembrano poter fare la differenza e quando accelerano vivacizzano il gioco dando quell’imprevedibilità che serve per poter mettere in difficoltà una squadra chiusa come quella veneta. Ma lo fanno troppo poco e la squadra sembra essere troppo poco collegata fra i reparti. Però, quando lo fanno e si accendono, fanno male. Un’azione bellissima iniziata da uno strappo in velocità del Faraone e toccata da tutte le punte rossonere, porta Montolivo (ancora una grande gara per lui) al secondo gol in due gare. La fortuna per una volta è dalla parte del Diavolo e arriva il terzo gol, il primo di Bojan, il terzo su tre su deviazione. Davanti la squadra convince ma dietro si balla terribilmente.

Nei primi minuti della seconda frazione la squadra di Allegri sembra poter e volare amministrare il vantaggio puntando sulla velocità dei tre trequartisti e sui loro scambi veloci per rendersi pericoloso. Montolivo in cabina di regia continua a dettare in maniera magistrale i tempi. La gara si addormenta un po’ e gli unici pericoli per la retroguardia rossonera arrivano da palla inattiva. Al 68′ entra Boateng ed esce Emanuelson. Ma in campo non cambia nulla. Constant ed Abate sono in palla e si propongono con costanza al cross. Bojan ed El Shaarawy continuano a dialogare e a fare la differenza, cercandosi e trovandosi con facilità. Al 75′ ancora il Faraone. Ancora un’azione in velocità, ancora la palla che gira, ancora Abate che affonda sulla destra. L’italo-egiziano sotto porta non sbaglia ed è sempre più capocannoniere. Prima della fine c’è il tempo per il ritorno al gol di Pazzini. Ancora Bojan, ancora una grande palla, ancora il Faraone che decide che il digiuno del Pazzo deve finire qui.

Ci si aspettavano delle risposte e sono arrivate, ci si aspettava il risultato ed è arrivata nel modo più bello e roboante immaginabile. Certo, ora serviranno altre risposte altre conferme in prove certamente più probanti come le sfide con Malaga e Fiorentina. Ma oggi la squadra ha, forse per la prima volta, espresso tutto il suo potenziale. Gli esterni bassi hanno spinto e rifornito le punte, Montolivo ed Ambrosini hanno assicurato quantità e qualità,con l’ex Fiorentina che sembra sempre di più padrone del centrocampo rossonero, i tre trequartisti hanno fatto la differenza ed ogni volta che hanno accelerato facevano male agli avversari. Bojan ed El Shaarawy si sono cercati e trovati con una facilità impressionante e dimostrano di possedere un’intesa che può spaccare le partite. Ha segnato anche Pazzini. Le note negative continuano ad arrivare da una difesa che non sembra ancora invulnerabile e nelle palle inattive soffre ancora troppo. Ma per oggi va bene così. Il terzo risultato utile consecutivo può essere la svolta della stagione ed ora una domanda sorge spontanea. Perché il 4-2-3-1 era stato accantonato? Basterà questa partita per aver convinto Allegri che il Milan deve giocare così?

 

 

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