Reggina: Ely promette, il resto lascia a desiderare

A San Siro, stasera, si presenta una Reggina rimaneggiata e in lotta per la permanenza in cadetteria. Proprio per uscire dalla zona playout, in occasione dell’incontro di Coppa Italia, Dionigi ha preferito non convocare i due attaccanti titolari: Fabio CeravoloGianmario Comi. Il primo è una punta rapida e di movimento, mentre il secondo è un prodotto della nostra cantera e si sta mettendo in mostra per abilità nel garantire profondità e reti. E’ invece della partita, turnover permettendo, un altro giovane scuola Milan: Rodrigo Ely. Quest’ultimo è un difensore centrale classe 1993, in grado di abbinare fisicità e senso del gioco, assistito da Mino Raiola. Fino ad ora, in Calabria, si è sempre destreggiato con profitto. A patto che non smarrisca la retta via, prima o dopo, tornerà alla base.

Filosofia di gioco: Dionigi suole cambiare modulo con frequenza, passando dal 3-5-2 al 4-4-2 e al 4-5-1. Sta di fatto che, contro il Milan, si affiderà con ogni probabilità al 3-5-2 che gli ha permesso di eliminare il Chievo. La Reggina proverà a metterla sull’intensità, tappando tutti i buchi della mediana e correndo a valanga sulle corsie laterali. Si affiderà a verticalizzazioni e cross per le punte, per quanto concerne la fase offensiva, seguite dagli inserimenti degli interni. Non adotterà tatticismi di rilievo. In apertura, si chiuderà, al fine di limitare i danni e puntare sul contropiede. Ma sul lungo andare, permettendolo la situazione, se la giocherà. Gli uomini di fascia saliranno con costanza e gli interni tenteranno di effettuare incursioni nella nostra area.

Lacune: eccezion fatta per Rodrigo Ely, che deve però migliorare sotto l’aspetto dell’attenzione e della continuità, i nostri avversari non dispongono di elementi che si distinguano per abilità nella comprensione dello sviluppo delle azioni. Ecco allora che, con il trascorrere del tempo, concederanno varchi e si alzeranno senza criterio. Assicurato. Alla Reggina, oltretutto, mancano elementi che impostino il gioco e si dstinguano per abilità con la palla tra i piedi. Trattasi di una compagine priva di qualità, in cui tutti gli effettivi possono commettere da un momento all’altro errori dettati dall’ingenuità, dall’inesperienza e dalla mancanza di cognizione di causa.

Come affrontare la sfida: il Milan, essendo superiore, è chiamato a vincere. Gli uomini in campo non devono per nulla al mondo sottovalutare l’impegno, ma mettere in circolo la determinazione e applicare quel 4-3-3 che ci ha permesso di uscire dalla zona retrocessione. I mediani saranno chiamati a vincere lo scontro in mezzo al terreno di gioco, partendo bassi e aiutando di conseguenza i terzini, per poi aggredire l’avversario in prossimità della trequarti, interdire e dare il là alla ripartenza. In merito, per motivi di equilibrio, le punte avranno il compito di ripiegare e avviare la manovra d’attacco dalla metà campo. Il tutto per godere di un raggio d’azione più ampio, per non concedere punti di riferimento. Trattasi di una gara ufficiale, il fatto che l’avversario provenga dalla Serie B non significa che i nostri possano considerare la gara un’amichevole. Bisogna superare il turno e convincere.

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