Razzismo, Boa entusiasta: “Che onore essere invitato dall’Onu”

Boateng_2Dopo i fatti incresciosi di Busto Arsizio Kevin Prince Boateng è stato invitato dall’Onu alla Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali che si terrà il prossimo 21 marzo al Palazzo delle Nazioni a Ginevra. Il numero 10 si dimostra molto emozionato da questo importante invito: “Sono emozionato, in qualche maniera anche terrorizzato dall’invito ricevuto ieri dall’Onu perché se da una parte è certamente un motivo d’orgoglio per me, dall’altra mi costringerà a preparare un discorso di almeno quindici minuti che dovrò pronunciare davanti a tutta l’assemblea“.

Il giocatore ghanese continua: “Adesso ho due mesi per prepararmi. Dirò quello che penso io sull’argomento, ovvero che siamo tutti uguali e che quanto è successo a Busto Arsizio è stata una brutta cosa. Ma quello è il passato, ora guardo al futuro, mi interessa solo che si fermi il razzismo“. Il centrocampista si mostra sorpreso, non pensava di aver dato un così forte segnale: “Sono emozionato perché non pensavo di aver dato un segnale così grande. In quel momento ero arrabbiato e un po’ stressato, poi però ho visto quanta gente la pensava come me, e questo mi ha reso contento“.

Boateng ha, naturalmente, il pieno supporto della società: “Il Milan è orgoglioso per questo mio invito all’Onu, la società mi ha detto di andarci senza problemi e di rappresentare anche il club. Mi ha chiamato anche il presidente Berlusconi dopo quanto mi è successo, l’ho ringraziato almeno dieci volte per la sua vicinanza. Anche altri giocatori come Vieira, Rio Ferdinand e Cristiano Ronaldo si sono fatti sentire con me e mi hanno detto che ho fatto bene a fare quello che ho fatto a Busto Arsizio. Questo mi rende contento“. Un’ultima dichiarazione riguardo alla decisione del giudice sportivo di non penalizzare il Milan per aver abbandonato il campo: “Il giudice sportivo non ha penalizzato il Milan per il mio gesto? Secondo me è giusto così perché non bisognava penalizzare la squadra che mi ha mostrato solidarietà del resto anche la Uefa e la Fifa fanno tante cose per combattere il razzismo. Noi giocatori vogliamo giocare a calcio e non andare negli spogliatoi“.

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