D.A. (dopo Allegri): due nomi per rinascere, tra milanisti del passato e “star” del presente

Il direttore di SM, Christian Pradelli, con il presidente Berlusconi
Il direttore di SM, Christian Pradelli, con il presidente Berlusconi

Il Milan ai giovani, il Milan ai milanisti. Meglio ancora se giovani e milanisti e, in questo caso, il riferimento non può certo riguardare chi scende in campo, bensì chi scruta dalla panchina. Roberto Donadoni gongola dopo un pareggio con la Juventus che gli regala una confortevole posizione in classifica, ma anche dopo le parole del presidente Berlusconi che non più tardi di una settimana fa gli hanno puntato di diritto i riflettori addosso. Dev’essere di casa Milan il post Massimiliano Allegri e, se si pensa a Donadoni, il Milan potrebbe rappresentare il vero salto di qualità, più importante anche dell’approdo in Nazionale. Più importante perché arriverebbe in un momento di piena maturità, più importante perché consegnerebbe il “Dona” alla storia rossonera, legato a doppio filo da un’esperienza duplice. E poi quell’umiltà che serve col giovane progetto di via Turati. E poi, chissà, una “prelazione” su Belfodil che non guasterebbe…

Tutto questo al termine di una settimana dove nientepopodimenoché Gennaro Gattuso ricorda a tutti che Massimiliano Allegri è attualmente l’unico allenatore che possa prendere per la collottola questo gruppo perché “ha la capacità di farsi scivolare tutto addosso“. Quello che, implicitamente, pochi altri saprebbero fare, compreso lo stesso, amato Ringhio. Che, per la stessa incapacità, ha pure lasciato il Milan. Certo è che se il Conte Max è l’unico in grado di farsi scivolare tutto addosso, cosa bisogna dire allora di Carlo Ancelotti che, con un gruppo (è vero) unico nel suo genere, si è fatto scivolare le punzecchiature presidenziali per oltre 7 anni? E chissà se altri ex rossoneri accostati alla panca rossonera, da Rijkaard a Van Basten, da Costacurta ad Inzaghi, sarebbero in grado di cogliere l’occasione Milan, consapevoli che dovranno convivere per tutta la durata del proprio contratto “supervisionati” da un personaggio tanto fondamentale quanto scomodo e, diciamolo, fastidioso. Roberto Donadoni, se non altro per la compiacenza insita nel suo cognome, sarebbe la scelta migliore. Tra gli ex milanisti.

Ex che, ovviamente, non comprendono il nome del vero fenomeno di questo campionato: l’allenatore della Lazio, Vladimir Petkovic. Caduto sulla Serie A come un fulmine a ciel sereno, è il primo allenatore dopo anni a dar finalmente visibilità alle qualità del gruppo biancoceleste. Un gruppo che spesso, nelle ultime stagioni, a un inizio spumeggiante ha contrapposto un girone di ritorno appassito, in costante declino. Taciturno, poche parole ma sentite, è l’anti Mourinho, ma anche l’anti Conte o l’anti Mazzarri: insomma è quello che potrebbe davvero servire a una squadra come quella rossonera, nobile decaduta, bisognosa di stimoli e di essere ricompattata. Magari, provocazione, con un numero inferiore di movimenti sul mercato rispetto a quelli previsti. Un’ipotesi, quella del naturalizzato svizzero, su cui avremmo potuto dibattere col già citato Gattuso se avesse deciso di abbracciare il Sion solo 12 mesi prima. Ma spesso le sfide più misteriose sono anche le più stimolanti. E allora, Presidente, ci pensi su…

Twitter: @Chrisbad87

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