NonSoloFaraone: c’è qualcosa di nuovo all’orizzonte

F. Villa - Collaboratore SpazioMilan.it
F. Villa – Collaboratore SpazioMilan.it

Per mesi gli addetti ai lavori hanno discusso sull’effettiva necessità di una prima punta alla Pazzini. Cosa se ne fa il Diavolo di un centravanti classico se non c’è nessuno che riesca ad arrivare sul fondo per crossare? Sono decenni che il Milan gioca senza ali pure alla Donadoni e diversi anni che non dispone di terzini di spinta alla Cafu&Serginho. L’osservazione sulla reale esigenza di un attaccante di peso non poteva non esser pertinente.

Malgrado ciò Adriano Galliani ha voluto fortemente il Pazzo in rossonero e lui non ha mai fatto mancare impegno e fisicità: ha lottato, sgomitato, fatto respirare i compagni nei momenti di difficoltà, ma in molte partite è stato coinvolto poco, pochissimo nella manovra offensiva. In alcuni match anche il suo linguaggio del corpo ha lasciato intravedere segnali di sconforto. Al suo posto hanno giocato spesso Pato, Boateng e Bojan, tutti giocatori dalle caratteristiche differenti dalle sue, ad ulteriore testimonianza di un retaggio calcistico lontano dal suo modo di stare in campo.

Nonostante le difficoltà, la voglia di riscatto e la determinazione lo hanno comunque portato a non desistere, tanto che il suo apporto realizzativo è stato da subito piuttosto regolare, aiutato talvolta dai tiri dal dischetto.

Dalla scorsa domenica però qualcosa è cambiato. Contro il Bologna gli uomini di Allegri non hanno vissuto solo dei dribbling a rientrare di El Shaarawy, ma hanno messo in difficoltà i rossoblu allargando il campo (finalmente!). Ciò grazie alla crescita di Constant a sinistra e all’intraprendenza di Niang, largo in alto a destra. Il primo ha spinto con continuità, saltando il diretto avversario grazie alla sua progressione e alla sua tecnica. Il secondo ha puntato Cherubin per tutta la prima parte di gara e lo ha sfiancato lanciando più volte nello spazio Abate nella seconda frazione. Proprio Ignazio ha visto crescere il suo rendimento e la sua efficacia grazie agli scambi in velocità col giovane M’Baye.

Il loro grande merito è stato quello di creare la benedetta superiorità numerica. Per un pomeriggio a San Siro non si è sentita la solita (sensata) litania: “Non c’è nessuno che sappia saltare l’uomo!“. Questo rappresenta sicuramente un’evoluzione di gioco e per chi non l’avesse capito, il Pazzo ringrazia.

Twitter: @fabryvilla84

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