Per Emanuelson nessun “caso”, le esclusioni cominciano a diventare tante ma non troppe

Emanuelson (SpazioMilan)Dalla sconfitta contro la Lazio alla vittoria con il Bologna è un Milan da scudetto. Dal 20 ottobre al 20 gennaio i rossoneri hanno infatti conquistato 27 punti, più della Juventus (26), Lazio (25), Napoli e Fiorentina (24).

3 mesi per raddrizzare un inizio d’anno terribile, quasi da retrocessione, ma che ancora non sono bastati per risalire in maniera significativa in classifica. E’ cambiato l’atteggiamento e lo spessore della squadra, non è cambiato il ruolo di Emanuelson.

Il centrocampista olandese (partito dalla panchina con la Lazio e rimasto fuori col Bologna) ha collezionato fin qui 20 presenze (soprattutto spezzoni) sulle 29 partite complessive disputate dal Milan in stagione. Un bottino piuttosto misero, soprattutto osservando che in Champions League (e Tim Cup) Urby è sempre sceso in campo. Numeri che inducono a non parlare di “caso” , ma che mettono alla luce un impiego frammentario e discontinuo, specialmente nelle settimane recenti, in campionato.

L’errore di fondo nasce nella difficile collocazione di Emanuelson in questo, ma anche passato, Milan: il 28 rossonero, non a caso, nasce e cresce come esterno sinistro di centrocampo (la cosiddetta “ala”), non come terzino sinistro né come trequartista. E ormai da anni il modulo del Diavolo non prevede 4 centrocampisti. Allegri lo ha quasi sempre adattato, cucendogli addosso un vestito troppo stretto ma che comunque alcune buone impressioni ha fatto. Da trequartista Emanuelson ha garantito qualità e velocità nelle giocate, da terzino buoni cross, ma l’esperimento è durato poco, da mediano ha dimostrato di essere un pesce fuor d’acqua, poco fisico e muscolare ed eccessivamente arretrato nella posizione. Qualche maligno ha ipotizzato la tante esclusioni di Emanuelson registrate le parole, assolutamente condivisibili e per niente pesanti, che lo stesso olandese aveva rilasciato ai nastri di partenza dell’anno ancora in corso, nel momento più buio per i rossoneri, lamentando un impegno non sufficiente dei giocatori ma anche dell’allenatore. Non è così.

Allegri si è sempre fidato di lui e lo ha “investito” di fiducia anche quando non era così necessario. L’elemento che è cambiato è il rendimento che Emanuelson (non) ha garantito sino ad ora, con prestazioni discontinue e diversi errori tecnici che hanno superato i pro. In questo momento Allegri preferisce un altro tipo di titolare: imprevedibile, più attaccante e meno lezioso. Per mantenere la media punti superiore a 2, quindi da zona Champions, serve un Milan offensivo, non prudente come questo Emanuelson, che forse un Boateng potrebbe (e dovrebbe) anche sostituirlo senza problemi, lontano dalla condizione necessaria per dare un contributo benefico ai rossoneri e ad Allegri.

Impostazioni privacy