SM ESCLUSIVO – Farioli (Sindaco Busto): “Boateng è un mio fratello. Apriremo laboratori antirazzismo. E se ne ricordi anche l’Inter…”

Pro Patria-MilanGianluigi Farioli, “Gigi” per gli amici e per chi lo conosce da vecchia data, è uno di quelli che si potrebbero definire “politici navigati”. Nel senso dell’esperienza accumulata in tanti anni, prima come consigliere regionale in quota Forza Italia, poi dal 2006 in qualità di Sindaco di Busto Arsizio, dove nel 2011 è stato rieletto primo cittadino. Navigato perchè tra le polemiche e i dissidi è (purtroppo per lui) abituato a starci. Basta pensare che da sei anni e mezzo governa una città-roccaforte della Lega Nord. Lui che è iscritto al Pdl e che non le ha mai mandate a dire proprio agli uomini e alle donne del Carroccio. Da ieri è finito su tutti i giornali (stampati e online) per i cori razzisti avvenuti durante l’amichevole bustocca tra la Pro Patria e il Milan. Ma soprattutto ci è finito definendo il gesto di Kevin-Prince Boateng “sbagliato”. Oggi, in esclusiva con SpazioMilan.it, il Sindaco Farioli annuncia alcune iniziative anti-razzismo e spiega meglio il senso delle sue dichiarazioni.

Sindaco, se fossimo a “Striscia” Le chiederei se si sente attapirato. Com’è questo day-after?
Sono felice di aver assunto, come Comune di Busto Arsizio, alcuni provvedimenti che vogliono dare un segnale preciso a tutto il mondo del calcio. Per prima cosa, la nostra amministrazione si costituisce parte civile nel procedimento inerente ai fatti di ieri e ha chiesto alla Pro Patria di fare altrettanto, senza se e senza ma”.

Un atto dovuto?
“Direi un atto che accompagna una serie di iniziative che avvieremo subito. Busto sarà sede di un laboratorio permanente per l’estirpazione del razzismo dentro e fuori dagli stadi. Ho chiesto che il presidente onorario di questo organismo sia Lilian Thuram e vorrei che Boateng e Muntari, che ho invitato nella Sala Consiliare del Comune, diventassero membri permanenti. Finanzieremo le attività anche con quanto ci sarà riconosciuto in sede civile nel processo per quanto avvenuto ieri pomeriggio. Non è tutto”.

Che cos’altro accadrà?
“La Pro Patria si è impegnata a far leggere un comunicato dell’amministrazione comunale all’inizio di ogni gara ospitata nel proprio stadio”.

Quale sarà il messaggio di questo annuncio?
“Conterrà una richiesta esplicita al direttore di gara di sospendere la partita al verificarsi di cori o insulti a sfondo razzista. Mi auguro che tutto questo possa avvenire anche negli altri stadi della Lega Pro, ma soprattutto in Serie B e in Serie A”.

Come ne esce l’immagine della sua città dopo i fatti di ieri?
“Al di là di quattro pirla, Busto ha dato una lezione di civiltà. Sottolineo qui la compostezza di cinquemila persone che dopo la sospensione della partita hanno lasciato lo stadio con l’amarezza di essersi visti rovinare un pomeriggio di festa. Ora, però, servono i fatti. Noi, nel nostro piccolo, li stiamo facendo. Così come il Milan che ieri ha dato prova di essere una grande società. Vorrei vedere gesti concreti da parte dei massimi organi del pallone. Che cosa intende fare Abete? Il passato non ci fa essere ottimisti”.

A che cosa si riferisce?
“Prenda l’esempio di Zoro, insultato a Messina e rincuorato dai giocatori dell’Inter. Nel girone di ritorno, a San Siro, fu fischiato e venne fatto oggetto di striscioni pesanti. La sua protesta non cambiò nulla”.

Arriviamo al gesto di Boateng. Si è pentito di averlo criticato?
“Facciamo chiarezza e diciamo subito che qualche giornalista poco serio ha rubato alcune mie parole da un dialogo che stavo tenendo con Braida e Gozzini. Dico che capisco appieno l’uomo Boateng, un pò meno il professionista. E capisco ancora meno l’arbitro che sentendo cori razzisti non avesse preso in mano la situazione. Lui doveva sentire e intervenire”.

Chiede scusa a Boateng?
“Tutta Busto gli chiede scusa per colpa di quattro pirla. Gli chiedo personalmente scusa per aver appreso delle mie dichiarazioni travisate. Lui è un mio fratello, merita rispetto e lo aspetto a braccia aperte in Comune come un cittadino onorario. Ma chiedo rispetto anche per la mia città”.

Con chi ce l’ha?
“Con qualche opinionista che risponderà di quello che ha scritto e affermato su di me e su Busto. Chi ha diffamato pagherà. E anche in quel caso useremo i soldi per finanziare il laboratorio anti-razzismo”.

Da ultimo, il Milan che viene a giocare a Busto rappresenta comunque una grande occasione di festa per la città. Chi ha perso ieri?
“E’ stata un’occasione mancata per tutti. Ma soprattutto per il calcio”.

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