Cassano, ogni tanto conta fino a 99

Nuovo appuntamento col collega di Telelombardia e Antenna 3, Andrea Longoni. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Andrea scrivendo a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

A. Longoni (Mediapason)
A. Longoni (Mediapason)

Ho trovato davvero fuori luogo le recenti dichiarazioni di Cassano, che per nascondere i problemi della sua squadra con le solite allusioni attacca Galliani e il Milan (“Moratti è unico, non c’entra niente con alcuni falsi e fasulli che ci sono anche nelle grandi squadre (…) Gli ‘altri’ prima andavano male ma nessuno ne parlava”).

Il Milan lo ha aiutato molto in un momento di estrema difficoltà. Tutti i club lo avrebbero fatto di fronte a un problema di salute, vero. Ma è anche vero che nessun altro giocatore avrebbe attaccato così duramente, o meglio insultato chi ha fatto tanto per la sua vita. Quello che è successo tra Galliani e Cassano forse lo conoscono solo i diretti interessati, ma certe uscite rimangono gratuite, ingenerose, quasi volgari.

Considerato che le dichiarazioni dovrebbero avere un peso, fa specie rilevare come nel Cassano-pensiero l’amministratore delegato rossonero sia passato in poco tempo dall’essere “come un padre” (maggio ‘12), a una persona “abituata a parlare con chi gli lecca i piedi, che fa tanto fumo e poco arrosto” (agosto ‘12), per arrivare a essere etichettato come “un fasullo” (febbraio ‘13). Sicuramente riconoscenza e coerenza non sono valori per tutti. A volte però certe polemiche risultanto terribilmente infantili. Anche perché per dare lezioni di comportamento e assegnare patenti sul valore delle persone bisogna essere nelle condizioni per farlo. In questo senso, il fatto che un uomo che sbaglia tanto (come ha sbagliato Cassano nella sua carriera) caschi sempre in piedi (dal punto di vista sportivo) è un insulto ai veri valori della vita.

Forse il barese ora è scottato dal momento delle due milanesi: si aspettava un’Inter vincente e il Milan lontano in classifica. Forse inizia a dare qualche segnale di nervosismo pure nel suo nuovo contesto, anche se da interista, pensa te, ha iniziato ad apprezzare la città di Milano. (E per fortuna che criticava i “paraculo”). Sicuramente oggi fa parlare di sé più per queste uscite che per le sue giocate. Ma questa non è una novità per un calciatore che da una vita viene definito una grande promessa: peccato che nel frattempo si avvicini alle 31 primavere.

Se penso alla carriera di Cassano la prima immagine che mi viene in mente, come un flash, sono le corna a Rosetti in una gara di Coppa Italia, non un gol, non una vittoria da leader, non un trofeo. Probabilmente se leggerà queste righe le prenderà come un complimento, visto che si vanta sempre di averne combinate tante. Leggendo le sue interviste sembra più orgoglioso per aver attraversato i campi di allenamento con l’auto, che di una bella vittoria. Alla faccia del campione, ognuno ha le sue gioie.

Twitter: @AndreaLongoni5

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