Il calo di El Shaarawy è fisiologico. Come un pizzico di invidia per…

Nuovo appuntamento col collega di Telelombardia e Antenna 3, Andrea Longoni. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Andrea scrivendo a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

A. Longoni (Mediapason)
A. Longoni (Mediapason)
Non posso non dire la mia sul ‘caso’ della settimana: il momento di El Shaarawy. Se ne sono sentite di ogni e quindi vorrei provare anch’io, con l’aiuto dei numeri, a interpretare il piccolo segnale di nervosismo che Stephan ha mostrato domenica a San Siro.

All’origine di tutto c’è sicuramente un calo fisico: era impensabile che il ragazzo potesse mantenere il livello stratosferico di inizio stagione anche nei mesi successivi. Un’involuzione fisica, innanzitutto, che si è tradotta poi in un calo realizzativo, iniziato a dicembre. Basti pensare che sono ben 14 le reti fino al 30 novembre in 20 gare, contro le sole 4 nelle successive 15 partite. La mia sensazione è che poi sia entrato in gioco il fattore mentale che ha dato al gol le sembianze e le sfumature di un tabù. Non segno, o segno di meno, e questo piano piano diventa un’ossessione, controproducente, ovvio. In tutto questo l’esplosione di Balotelli può aver accentuato il mal di gol: non per incompatibilità ma solo perché quando vedi il compagno di reparto segnare sempre e comunque, e a te questo riesce meno, un pizzico di invidia o gelosia in un ragazzo di 20 anni inconsciamente può nascere.

Detto questo, dovesse finire con questi numeri (ma non sarà sicuramente così) la sua stagione sarebbe comunque da incorniciare: 19 gol in partite ufficiali, tutti puliti, senza un rigore né una punizione sono tantissimi. Un bottino che può solo migliorare, semplicemente con un pizzico di tranquillità in più. Senza dimenticare che anche quando non segna il Faraone è sempre utilissimo e prezioso, in altre parole unico. E allora, forza Stephan!

Twitter: @AndreaLongoni5

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