Chiaro chi ci ha guadagnato dallo scambio Cassano-Pazzini, no? Ora concentrazione massima

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Sei mesi dopo abbiamo la risposta alla domanda che tutti si ponevano quest’estate. Chi ci ha guadagnato nello scambio Cassano-Pazzini? In realtà noi la risposta ce l’avevamo il giorno stesso della doppia firma: uno come il barese è meglio perderlo che trovarlo, uno come il Pazzo è meglio trovarlo che perderlo. I fatti ci hanno dato ragione. E la sublimazione è arrivata in questo weekend, quello dopo la magra consolazione “schelottiana”, unica gioia in un’altra annata da “cara vecchia Inter”.

Il giorno in cui Stramaccioni rinuncia a uno dei due attaccanti che gli sono rimasti perché proprio non può passare sopra al duello rusticano con Cassano, il Pazzo timbra con una doppietta il sorpasso rossonero sulla Lazio che vale il terzo posto. Traguardo insperato per gli ex “ragazzi della terza B” e obiettivo minimo stagionale degli Strama-boys allenati da Zanetti e Cambiasso. Se dovesse finire così, con il Milan ancora una volta in Champions League e l’Inter fuori da qualsiasi tipo di Europa vallo a spiegare ai tifosi che i nerazzurri hanno incassato 7 milioni dall’ennesimo scambio beffardo con i cugini nobili della città. Molti di più ne perderà l’Inter per il secondo anno di fila lontano dall’Europa che conta. E quella economica era rimasta l’unica soddisfazione di Moratti in uno scambio che ha risolto al Milan due problemi: togliersi dai piedi uno dei peggiori personaggi che il calcio italiano ricordi e accogliere un serio professionista che dà l’anima per la sua nuova maglia, aspetta sereno in panchina il suo turno e timbra 12 cartellini giocando metà minuti rispetto al “pibe dei Trulli”.

Ecco ripartiamo dal “serio professionista”. Sia Pazzini sia Cassano sono dei professionisti: il primo lo è per 30 giorni al mese, il secondo soltanto il 27, quello dello stipendio. Eh sì, perché i dissidi estivi con il Milan, anzi solo con Galliani, dimostrano che non dobbiamo più credere alla favola del ragazzo tutto istinto e sana pazzia. Lui lo disse apertamente: ce l’aveva con Galliani perché non voleva rinnovargli e ritoccargli il contratto. Quindi i soldi erano diventati molto più importanti anche “dell’affetto ricevuto nei mesi della sua malattia al cuore”, parole dello stesso Cassano. E stavolta la storia si ripete: il problema che ha determinato lo scontro tra lui e Stramaccioni è originato dalla solita insofferenza del “pibe” per un aumento che tarda ad arrivare e che lui pensa di meritare. Il furbo e pingue trequartista ha provato a cavalcare l’onda sapendo di essere assolutamente imprescindibile per quest’Inter orfana di Milito. E adesso pretende soldi, e li cerca alla sua maniera. Insomma un film già visto, solo 6 mesi fa. Morale: ancora una volta grazie ad Adriano Galliani Imperatore del mercato che ha trasformato il ranocchio Cassano nel principe azzurro Pazzini. E direi molto azzurro perché adesso anche Prandelli sta pensando di convocarlo in nazionale, dove troverebbe Balotelli ed El Shaarawy… Non male per il Milan.

Adesso però bisogna cercare di non volare troppo alto per non commettere lo stesso errore del secondo tempo del derby, classico di una squadra molto “giovane”, di età e di testa. Cioè ritenersi superiori all’avversario e staccare la spina. Contro Barça e Lazio abbiamo avuto la forza di stare sul pezzo per novanta minuti. Dobbiamo farlo sempre. Soprattutto adesso che siamo terzi e farsi rimontare sarebbe un peccato. Anzi direi che è il caso di mettere nel mirino il Napoli e puntare al secondo posto in modo da saltare il preliminare e vivere un’estate serena. Con lo scontro diretto a S. Siro il traguardo è ampiamente alla nostra portata. Tornando al discorso della concentrazione la gara di venerdì contro il Genoa sarà la più difficile dell’anno perché il Barça popolerà inevitabilmente e inconsciamente la testa di molti rossoneri. Allegri dovrà essere bravo a far giocare due formazioni il più diverse possibile a Marassi e al Camp Nou. Un po’ come fece 15 giorni fa alternando tanti uomini tra Parma e Barça. Se passeremo indenni anche da queste due partite la nostra stagione sarà davvero da incorniciare. Quasi più entusiasmante di quella dello scudetto.

Infine il focus su due singoli. Balotelli ha segnato 4 gol in 4 partite giocate, una media meravigliosa, ma adesso la doppietta di Pazzini apre il campo ai soliti incompetenti detrattori (rosicanti) che vorrebbero far passare Marione come un problema di abbondanza. Tutte balle, non ci credete. Balo è l’attaccante più forte che abbiamo e che gioca in Italia. Finora è stato perfetto dentro e fuori dal campo. Lasciamolo in pace. Anche perché poi capita di passare un mese a inventarsi la “balotellata” e ci svegliamo un bel sabato di marzo con la solita “cassanata”.

E Boateng: la metamorfosi del Boa è quella di tutto il Milan. Prince si è rimesso con la testa sul Milan, non si fa più male, non posta più foto amene su twitter, corre e gioca con e per i compagni. Questo è il Boateng che ci ricordavamo e sta dimostrando che non era un fuoco di paglia. Senza forzare, con calma, arrivano anche i gol. Ma soprattutto prestazioni che fanno vincere la squadra. Bentornato. Boateng a tutti.

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