Il morso del Boa: “Per colpa del razzismo ho pensato di andare via. Il terzo posto starà nostro. Come va con Allegri? Normale…”

boateng derby (spazioMilan)Ammette di averci pensato, di aver detto “basta” più di una volta in questa stagione. L’umiliazione che si patisce quando ti urlano addosso che sei diverso, è più forte di tutto il resto. E’ una ferita che può travolgere qualunque motivazione. E lui, Kevin Prince Boateng, di ragioni per rimanere al Milan ne ha tante, a cominciare da Melissa: “Sì, ho trovato una fidanzata, viviamo insieme, sto bene a Milano, la definisco casa mia. Vorrei restare a lungo, ho un contratto, poi nel calcio non sai mai. Magari me ne vado domani, magari oggi. Scherzo, al Milan va tutto bene”. Eppure, ammette di aver vacillato, ogni volta che la rabbia per gli insulti razzisti scavava dentro di lui voragini di inquietudine e sconcerto: “E’ successo, l’ho anche detto: “Ora basta, vado via”. Ma era frutto della frustrazione e dell’emozione del momento. Sono davvero triste nel vedere e sentire ancora cose così. Ti chiedi perché deve succedere. Ma non posso e non voglio cambiare aria per colpa di quattro-cinque deficienti”. Di questo e di altro ha parlato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, in edicola oggi:

Sempre a proposito di razzismo, sull’ultimo episodio, quello a Torino, che è costato alla Juve 30 mila euro, dice: “Non sta a me dire come deve essere punita, quanto deve pagare. Per me è importante che si sia capito che la cosa è grave, e che quei deficienti vanno fermati”. Secondo Balotelli, servirebbe Obama per cambiare le cose…”Mmmm, secondo me dovrebbe farlo Mario, il presidente…”.

Dal capitolo razzismo si passa a quello calcistico.

Sulla Juve: “Basta vedere quanti punti di vantaggio ha in classifica. Loro sono il “non plus ultra” , il top. Ma solo quest’anno, il prossimo ci riprendiamo lo scudetto. E in Champions vediamo”. Sulla Champions: “Contro il Barça abbiamo fatto una partita quasi perfetta, all’andata. Sono gare in cui chi fa meno errori passa. Poi serve anche un po’ di fortuna. Martedì a Monaco l’arbitro non ha fischiato due volte, c’era un furigioco… Comunque il Bayern è davvero troppo, troppo forte quest’anno, giocano di squadra in una maniera impressionante. Ma ho detto a mio fratello di stare attento. Il Barça può fare quattro gol in casa”. Sul terzo posto: “Non lo perderemo. La Champions senza Milan non è Champions. Lo sapete voi, lo so io: ci prenderemo il terzo posto. Non c’è nient’altro da dire”.
Sul mercato, in particolare su Lavezzi, che aumenterebbe la competizione nel suo reparto: “Ma no, parliamo del Milan, non degli interessi di Prince Boateng. Se l’allenatore vuol comprare un attaccante forte, che sia Lavezzi o qualcun altro, lo fa. Farà lui tanti gol, non importa se non segno io. Quello che conta è che si torni a vincere. Io l’ho detto cinquanta volte: ho una posizione preferita, ma poi gioco dove vuole l’allenatore”.
Su Allegri: “Come va? Normale, da tre anni va sempre normale. Alti e bassi, ma non possono essere sempre alti. Però gli sono riconoscente, grazie a lui sono cresciuto a livello difensivo e tattico. Ci abbiamo lavorato tanto. Così sono diventato il giocatore che sono adesso”.

Ora, domande un pò più personali.

In che cosa vuoi migliorare? “Vorrei essere un po’ più calmo, come mio fratello. A volte è bello. Io tendo a essere molto esuberante”.
Sul rapporto con Balotelli: “Ho un grande rapporto con Balo. Lui ed El Shaarawy sono due fra quelli con cui vado più d’accordo”.
Fai da guida ai più giovani? “Macché… Un figlio ce l’ho già”.
A proposito di suo figlio…“Farà il calciatore, sicuro. Continua a dirmelo anche lui. Papà, zio, tutti giocano a pallone: mica può andare a lavorare in banca… E poi voglio costruire una bella famiglia con Melissa. Vogliamo sposarci, ci sono tappe ben definite nei nostri prossimi anni”.
Sulla sua storia con Melissa, e sull’aspetto mediatico che ha assunto: “Io geloso? No, non mi definirei geloso. Beh, forse un po’ con lei lo sono, ma soltanto perché è troppo bella… Come si fa a non esserlo? Comunque io non mi sento una star. E poi faccio la mia vita. Sono cresciuto senza soldi, so che cosa vuol dire. Ho fatto sacrifici per arrivare dove sono: ho dato tutto per il calcio, ho rinunciato a molte cose che gli adolescenti normali riescono a fare. Ma ho sempre seguito un obiettivo, e ci ho messo la testa”.
Sui suoi vizi e sui suoi guadagni da calciatore famoso: “Il mio vero vizio è dormire fino a tardi. Comunque sì, mi faccio dei regali. Coi primi soldi guadagnati da calciatore mi sono comprato un orologio. Lo avevo visto al polso del mio agente di allora. L’avevo puntato, me lo sono guadagnato. Ora so che devo stare un po’ più attento, in questo periodo difficile per molti, ma non posso neanche essere ipocrita”.

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