Cari cugini, Avanti un altro! Sicuri che il problema siano gli arbitri?

L. Dimitri - Redattore SpazioMilan.it
L. Dimitri – Redattore SpazioMilan.it

L’ultima giornata calcistica di Serie A che ci siamo lasciati alle spalle ha portato con sé veleni e situazioni che poco hanno a che fare con il calcio giocato. Gli scontri con accoltellati e feriti gravi prima del derby romano di lunedì sera sono stati solo in parte nascosti da una bella e combattuta gara, finita con il pareggio. Poi ci sono stati i soliti errori arbitrali, quelli gravissimi di Gervasoni a Milano e di Tagliavento che a Firenze ne ha combinate di tutte, riuscendo a scontentare sia rossoneri che viola.

Ma, se ormai siamo quasi tutti d’accordo che ci troviamo di fronte ad una classe arbitrale per lo meno modesta, non sono assolutamente accettabili le dichiarazioni e i veleni lanciati da dirigenti ed esponenti dell’Inter fra domenica sera e ieri pomeriggio. Nonostante i 4 gol presi in casa dall’Atalanta in un solo tempo, anche se con un rigore inesistente in occasione della rete del 2-3, l’allenatore Stramaccioni a fine gara ha puntato il dito contro la classe arbitrale che continua a sbagliare da più di un girone contro la sua squadra ed il Presidente Moratti ha parlato addirittura di una mancata buona fede da parte della classe arbitrale nei confronti dei neroazzurri.

Poi, come se non bastasse, nel pomeriggio di lunedì sono arrivate le dichiarazioni di Paolo Bonolis, illustre tifoso del club meneghino, che ha parlato di un disegno prestabilito che porterebbe il Milan in Champions League ad ogni costo in un campionato in cui tutto è stabilito. Tutte dichiarazioni pesantissime ed inaccettabili. Prima di tutto perché così ci si distoglie dal vero problema e cioè di una squadra che continua ad offrire prestazioni indecorose in campo, con un mercato fatto dalla società in maniera quanto meno cervellotica e di un allenatore che non è riuscito a dare una vera identità alla sua squadra continuando a cambiare moduli e giocatori a ripetizioni.

Poi, fatto ancora più grave, perché in questo modo si alimenta la rabbia di tifosi che, invece di prendersela con i propri giocatori, allenatori e dirigenti, trovano modo di avere una ragione di rivalsa e di alibi per l’ennesimo campionato deludente della loro squadra e potrebbero scatenare la loro rabbia in atti di violenza che porterebbe solo ad esasperare la situazione del nostro calcio in un momento già complicatissimo.

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