Il bello inizia adesso: 8 gare e un compagno ingombrante. Sarà così Pazzo e innamorato da restare?

A. Sironi - Caporedattore SpazioMilan.it
A. Sironi – Caporedattore SpazioMilan.it

Archiviato l’infortunio contro il Bologna con tanto di amarezza per non aver potuto disputare Barcellona-Milan, per Pazzini inzia la nuova era marcata dal dualismo con Mario Balotelli. Netta la differenza con il recente passato: se nei mesi precedenti per l’attaccante ex Inter c’era un dolce “sfondo” chiamato Champions league ad alleviare i dolori per qualche partita di troppo passata in panchina, ora che è rimasto solo il campionato gli spazi e le maglie da titolare potrebbero ridursi drasticamente.

A Firenze, in quella che per diversi anni è stata la sua casa, il “Pazzo”, con tutta probabilità, siederà in panca smanioso di scendere in campo alla ricerca del suo quattordicesimo sigillo in questa Serie A. Da qui alla fine, se Balotelli dovesse confermare il suo stato di grazie, sarà così. E allora saranno otto gare verità (Fioretina, Napoli, Juve, Catania, Torino, Pescara, Roma, Siena) non solo per il Milan, ma anche per il suo numero 11. In questi mesi che ci separano dalla fine della stagione 2012-13, il bomber italiano dovrà capire se il ruolo all’ombra di Balo si addice o meno alla sue aspettative.

La prossima stagione, con il Mondiale brasiliano alle porte, sarà chiave per la carriera del Pazzo che sogna di far parte della spedizione azzurra e proprio qui potrebbero nascere i dubbi sulla permanenza rossonera. Le voci di un ritorno a Genova, su quella sponda blucerchiata dove ha vissuto momenti indimenticabili della sua carriera, non si placano, anzi. Quella della Doria poi sarebbe una scelta logica e dal canto suo Adriano Galliani difficilmente opporrebbe resistenza.

La logica appunto. Ma se lo chiamano “Pazzo” ci sarà un motivo. Se in tutto questo periodo ha sempre elogiato ambiente, compagni e organizzazione pure. Se poi, con le sue movenze e i gol di rapina ha spesso ricordato un certo Super Pippo Inzaghi…allora la speranza che sia così pazzamente innamorato (e coraggioso) da restare a Milano e giocarsela c’è.

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