Da Muntari al presidente, tutti i “contro” di una settimana difficile

BORSINOStasera a San Siro arriva il Catania, per una delle partite più importanti dell’intera stagione. Complice anche il successo di oggi della Fiorentina sul campo della Sampdoria e il conseguente sorpasso in classifica da parte degli uomini di Montella, non vincere oggi significherebbe mettere a serio rischio il terzo posto. E una mancata qualificazione alla Champions League, dopo lo straordinario percorso sin qui fatto dal Milan, sarebbe a dir poco una tragedia per l’intera società. Per superare il Catania di Maran, vera sorpresa di questo campionato, occorre una grande coesione tra i reparti, una fluidità di manovra che in queste ultime uscite stagionali non si è vista e una vena realizzativa che è venuta a mancare. Speriamo che il rientro in campo di Balotelli sia benefico da questo punto di vista, perché quella di stasera rappresenta più che mai una finale! STAGNANTE.

Da lezione dovrebbe servire la pessima prova disputata dai rossoneri domenica scorsa contro la Juventus, che pure non è stata formidabile come al solito. Nonostante questo, però, gli uomini di Allegri sono riusciti a uscire sconfitti da Torino, contro una squadra che si poteva superare, vista la condizione di forma di quel momento, con un po’ più di sacrificio e di lucidità. Invece i rossoneri sono stati quasi sempre avulsi dalla manovra e al primo vero errore sono stati puniti. La cosa davvero sconvolgente, però, è stata la totale mancanza di reazione al gol subito, quasi si volesse consegnare la partita agli avversari senza nemmeno provare a combattere, con un senso quasi di rassegnazione. Proprio quello che deve essere assolutamente lasciato a casa contro il Catania. IN RIBASSO.

Un atteggiamento, quello delle ultime settimane, che non è assolutamente andato giù al patron Silvio Berlusconi, che non le ha mandate a dire ad Allegri, il cui futuro è sempre più in bilico. Che il rapporto tra l’ex premier e il tecnico livornese non sia mai stato idilliaco non lo scopriamo oggi, ma, secondo quanto riportato oggi dalla «Gazzetta dello Sport», la sopportazione di Berlusconi sembra essere giunta al capolinea. Il cavaliere non ha mai gradito le cessioni di Pirlo e Pato e ha sempre visto in Allegri una certa difficoltà nel rapportarsi con i giocatori. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la debacle di Barcellona. Berlusconi, inoltre, avrebbe già individuato il sostituto in Clarence Seedorf, che però ha un contratto fino al 2014 con il Botafogo. Inoltre, non sarà facile convincere Adriano Galliani, da sempre strenuo difensore del tecnico toscano. Indipendentemente dalla volontà presidenziale, comunque, se tali dichiarazioni sono veramente uscite dalla bocca di Berlusconi, non ci sembrano troppo opportune, se non altro perché in un momento così delicato bisognerebbe pensare a incitare tecnico e squadra e non a sollevare ulteriori polemiche, che altro non fanno che destabilizzare lo spogliatoio. IN RIBASSO.

Spogliatoio che in settimana è stato ulteriormente minato dalla questione Muntari. Il centrocampista, infatti, non attraversa un buon momento, e rappresenta meglio di chiunque altro l’attuale situazione di difficoltà della squadra. Il Ghanese, oltre a non eccellere nelle prestazioni, ha anche palesato evidenti segni di nervosismo fuori dal campo. Il battibecco avuto fuori dal centro sportivo di Milanello con un tifoso che probabilmente non si era neppure rivolto a lui è stato un episodio molto spiacevole, che ha messo in mostra una certa mancanza di tranquillità nello spogliatoio rossonero. Stasera Muntari partirà ancora dalla panchina, come accaduto contro la Juve, quando, subentrato all’infortunato Ambrosini, non è praticamente mai entrato in partita. Adesso è necessario che il Ghanese riesca a ritrovare la giusta serenità psicologica, perché Allegri ripone in lui la massima fiducia e solo con una mente serena si possono ritrovare quelle prestazioni che possano aiutare a condurre il Milan al terzo posto. IN RIBASSO.

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