La Kyenge in campo per difendere i piccoli Balotelli. Cosa può fare la strana coppia contro il razzismo?

kyengeLei è nata a Kambove, in Congo, nel 1964. Lui a Palermo nel 1990 da genitori immigrati ghanesi che poi l’hanno affidato ai servizi sociali. Lei da otto giorni ha assunto il delicato incarico di Ministro dell’Integrazione nel governo di “larghe intese” presieduto da Enrico Letta. Lui da poco più di tre mesi indossa e onora la maglia del Milan, la sua squadra del cuore. Entrambi sono di colore. Anzi, no. Sono neri, come lei stessa ha voluto rimarcare qualche giorno fa. Insieme puntano a diventare l’accoppiata vincente per combattere il razzismo nel Paese.

Cecile Kyenge e Mario Balotelli sono pronti a combattere per la madre di tutte le battaglie, provando a far passare una volta per tutte il concetto che chi è nato in Italia può acquisire la cittadinanza del nostro Stato, indipendentemente da quella posseduta dai propri genitori. Un principio, denominato “ius soli”, che, almeno giuridicamente, segnerebbe un punto importante a favore di tutti quei bambini che, proprio come SuperMario, si sono sentiti additare come “diversi” dai coetanei mentre condividevano lezioni in classe, merendine e partite a pallone. La mamma dei fessi è sempre incinta, per carità, ma una legge in tal senso potrebbe sensibilizzare non poco anche chi continua a ingravidarla.

Ardua prova per il neo-ministro che vorrebbe così dare un’identità a quei bambini nati nel Paese, proprio a quei “nuovi Balotelli”.  Eppure finora ha mosso solo i primi passi verso quella che negli Stati moderni si chiama, appunto, integrazione. Ma, proprio come Balotelli, è oggetto di insulti razzisti che invadono il suo profilo Facebook,  comprese quelle definizione di “Bingo bongo” e immagini di scimpanzé che allo stadio si trasformano negli ormai celebri “buu”. Ce la farà? La volontà, prima di tutto, sarà politica, condita da quel buon senso che spesso manca proprio ai politici.

Tuttavia, l’intesa tra Kyenge e Balotelli è palpabile. Poche ore dopo la nomina a ministro l’attaccante rossonero ha fatto diramare un comunicato di congratulazioni attraverso il sito ufficiale della società. E ieri lei, annunciando un disegno di legge proprio per lo “ius soli” (tempi biblici, ndr), ha auspicato di poter contare su SuperMario quale testimonial: “Non lo conosco personalmente, so che lui sta subendo atti di razzismo, ma riesce a testa alta a dare un forte contributo all’Italia, che è il nostro Paese”. A stretto giro la disponibilità del giocatore: “Sono disponibile ad ogni iniziativa o proposta che provenga dalle istituzioni, tesa alla lotta al razzismo e alle discriminazioni. Insomma, una “coppia di fatto”. Tra virgolette, se non s’era capito. Biancofiore docet.

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