Una cravatta gialla per un tecnico arancione: sarà davvero Seedorf?

Milanello_3 (SpazioMilan)Nel sabato che molto, se non tutto, decide in ottica panchina rossonera del futuro, non ci resta che farci la consueta domanda: riuscirà il superbo tempismo del presidente Berlusconi a vanificare quanto di buono faticosamente raccolto dopo la rivoluzione di mezza estate? Al di là di presunti impegni istituzionali del patròn, di sorrisi (tirati, tiratissimi) da parte di Massimiliano Allegri in conferenza stampa e di frasi di circostanza in vista del decisivo Siena, l’aria del centro sportivo di Carnago non è mai stata così pesante quest’anno come in questa vigilia: l’assenza del numero uno ha fatto il suo bel rumore e in tanti, dalle cancellate di Milanello, giurano di aver visto un bollente passaggio di cellulari tra Galliani e lo stesso Allegri in pieno allenamento. Facile immaginare chi ci fosse dall’altra parte del ricevitore.

L’amministratore delegato le ha provate tutte per rimarginare una ferita che da mesi era comunque impossibile da risanare: l’eventuale presenza di Berlusconi prima della partenza per la Toscana avrebbe indotto tutti a pensare al naturale proseguimento del matrimonio con Max, almeno per l’anno prossimo. E a patto che non fosse poi, alla fine, lo stesso Max a fare un bello scherzetto alla dirigenza di via Turati. Troppe, infatti, le voci in orbita Colosseo: voci che hanno subìto un’ulteriore accelerata dopo la (quasi) conferma dell’approdo di Walter Mazzarri sull’altra sponda del Naviglio. E invece il castello di Adriano è crollato con una telefonata: ora è davvero finita, non basterà la vittoria al “Franchi”, non basterà spiegare al presidente che il corso da allenatore che sta seguendo Clarence Seedorf permetterà all’olandese di possedere un patentino che non è valido in Italia.

E allora “facciamo finta” di pensare a Siena, a un finale di stagione che tanto ricorda l’ultimo anno di Carlo Ancelotti. Anche nel 2009 il Milan era in piena lotta Champions e alla penultima giornata di campionato affrontava in casa la Roma. Una vittoria avrebbe certificato matematicamente la conquista dell’Europa che conta, ma la squadra di Spalletti vinse 3-2 e rovinò l’addio da San Siro a Paolo Maldini. Il Diavolo chiuse la stagione proprio a Firenze, contro la vera antagonista per la Champions. Finì 0-2 e l’abbraccio tra Galliani e Leonardo sancì il passaggio di consegne in vista della nuova stagione. Questa volta il sostituto sembra davvero non esserci ancora. E, se anche ci fosse, non osiamo nemmeno ipotizzare il “remake” di quella scena in tribuna tra l’ad dalla cravatta gialla e un nuovo tecnico dal cuore arancione. A meno che non si chiami Mark Van Bommel.

(Christian Pradelli per IlSussidiario.net)

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