Termina la stagione più tribolata dell’era Berlusconi (che ci ha messo del suo). Fiore, chi è causa del suo mal… Il rinnovo ad Abbiati non raffredda la pista JC

C. Pradelli - Direttore SpazioMilan.it
C. Pradelli – Direttore SpazioMilan.it

E’ terminata una delle stagioni più incredibili della recente storia rossonera. Un po’ perché non avevamo mai assistito alla diaspora estiva di tanta esperienza, un po’ perché c’è chi ha pensato a più riprese di mettere benzina sul fuoco attorno alla già calda panchina di Massimiliano Allegri. Ecco: tre righe e hai riassunto i nove mesi più tribolati dell’era Berlusconi, senza dubbio i più ricchi di saliscendi, di frasi dette e poi smentite (o ritrattate per quieto vivere). Mesi che, al loro interno, hanno anche vissuto una campagna elettorale “a doppio taglio”: positiva perché ha portato il presidente ad assidue frequentazioni di Milanello in un periodo particolarmente delicato; negativa perché ha portato il presidente a confrontarsi ripetutamente con le “portinaie” di Montecitorio (e non solo), pronte a carpire ogni umore sul tema tecnico. Ma tutto è bene quel che finisce bene: il destino solo sa cosa avrebbe potuto scatenare sulla dirigenza da parte dei tifosi il mancato raggiungimento del terzo posto.

E invece, ora, i preliminari di Champions sono realtà: conquista difficile, sudata, a danno di una Fiorentina per molti defraudata di una posizione che sarebbe stata strameritata. Strameritata, certo. Ma c’è un punto: mentre il Milan ha vissuto un periodo negativo che è possibile circoscrivere ed identificare nelle prime 8 giornate di campionato, i Viola hanno attraversato un buio invernale all’apparenza inspiegabile e culminato, giusto un girone fa, in quel Fiorentina-Pescara 0-2 da tragedia greca. Tre punti persi: tre punti che, a cose fatte, sarebbero bastati ai viola per coronare il sogno di un secondo sgambetto ai rossoneri in cinque anni. E invece, questa volta, il 19 maggio (nel 2008 fu il 18…) sorride a via Turati, in un turbinio di emozioni che non deve nascondere il punto focale: occorre attuare una sostanziale rivoluzione a centrocampo, da cui salvare chiaramente Riccardo Montolivo e, con buona pace di Nocerino, Mathieu Flamini. E non basterà il giovane innesto di Bryan Cristante o il ritorno di Nigel de Jong: serve qualità, pura qualità.

La notizia ufficiale è il rinnovo annuale di Christian Abbiati: alla nuova scadenza, saranno passati 15 anni da quel giorno del 1999 in cui una follia di Sebastiano Rossi gli regalò le luci della ribalta. Resta da capire la posizione di Marco Amelia e le reali volontà di affidarsi al brasiliano Gabriel, con un altro brasiliano, di ben altra esperienza, pronto a regalarsi una miniavventura rossonera: parliamo ovviamente di Julio Cesar. Ma per parlare di mercato c’è tutta un’estate, ciò che conta è aver raggiunto per la quinta volta consecutiva la qualificazione almeno ai preliminari di Champions: in pochi avrebbero potuto pronosticarlo dopo la rivoluzione del maggio scorso e dopo un mercato estivo non proprio esaltante. Mario Balotelli ha sicuramente dato un senso al girone di ritorno, come Stephan El Shaarawy ci aveva tenuti a galla in quello d’andata. Dobbiamo ripartire da loro, quello che un po’ si augura anche Cesare Prandelli in vista della Confederations Cup e del Mondiale 2014. E chissà che, di ritorno dal Brasile, tutti e tre si trovino sullo stesso Malpensa Express in direzione Milanello.

Twitter: @Chrisbad87

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