Mexes si prende Champions e Milan: la consacrazione in ritardo di un big, ora imprescindibile

MexesMexes-Milan / Et voilà, le jeux sont fait. Mexes e Milan, paradiso e Champions. Quella Champions che nell’ottobre 2011 aveva rappresentato per il difensore francese l’esordio in rossonero (contro il BATE). Quando è il destino a vincere sulla ragione. C’è stato poco di razionale a Siena, forse niente, per una vittoria straordinariamente pazzesca ed importante. Allegri ha cambiato (e sorpreso) la formazione, sia all’inizio che in corso d’opera, il Milan ha cambiato pelle, da squadra che controllava l’incontro alla ricerca del vantaggio a formazione impaurita, spazientita, quasi sull’orlo della rinuncia: ma Philippe, ah caro Philippe, non ha mai mollato niente. E’ sempre rimasto lo stesso: imponente, deciso, caparbio e “feroce” nel recuperare il più in fretta possibile la sfera. Il resto è delirio puro, con quello scatto sul filo dell’offside, l’errore, perché l’aveva sbagliato, con il piatto destro, poi il tocco, sporco, in mischia ma decisivo. Dannatamente decisivo.

E’ la prestazione impeccabile di chi stava vivendo un momento d’oro. Catania, Torino, dove ha fornito l’assist di testa per il fondamentale 1 a 0, e Roma: tre tappe dove Mexes si è distino per sicurezza ed efficacia. Non le uniche, ma le più appariscenti. Momenti che hanno minimizzato, ma non cancellato, i periodi difficili, le partite insufficienti. Perché Mexes, com’è nella sua essenza, ha deliziato ma anche deluso, creato e disfatto, si è fatto apprezzare ma ha anche alimentato dubbi e perplessità. Ma non nel momento cruciale, non ieri. Ha chiuso in bellezza, ha rappresentato a modo suo la stagione del Milan: difficile, intensa e chiusa con un sorriso immenso. Con il primo centro, strano ma vero, di un difensore rossonero in campionato. Mexes!

Dopo due anni di Milan ha dimostrato davvero il suo valore e messo in mostra classe da grande giocatore. In ritardo sì, ma comunque in tempo. Valori aggiunti che devono rappresentare la base per il prossimo anno, ricominciando da dove si è finito. Ma non dall’ennesima amnesia difensiva, chiedere a Terzi per credere. Questo deve essere un limite da superare assolutamente, insieme a Mexes ma anche Zapata: una coppia di centrali solida e ben assortita, da rifinire e migliorare ma che garantisce forza. Anche in Champions. Sì, Champions.

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