Aldo, il grande timoniere che rilancia la Primavera: ecco cosa servirà a Pippo per vincere

ScreenHunter_27 Jun. 07 00.27Resta la bontà di un progetto che ha avuto la forza e il coraggio di ripartire da qualche sua cenere. Resta la bontà di un gruppo forte, molto forte, che ha sbaragliato una folta concorrenza: meglio dell’Inter che veniva dalla vittoria della NextGen, meglio del Napoli di Roberto Insigne che in tanti davano favorito sia al Viareggio che a Gubbio, meglio del Catania autentica sorpresa di questa stagione. Lo sappiamo che i risultati sul campo del settore giovanile contano fino a un certo punto, ma le sconfitte bruciano a tutti i livelli. Aldo Dolcetti lascia a Pippo Inzaghi un ambiente ben rodato, con ’95 pronti a crescere e ’96 altrettanto pronti ad innestarsi al meglio, ma lascia anche due semifinali di Final Eight e una finale di Viareggio Cup perse in maniera atroce.

E se la Coppa Carnevale ha scoperto un imprevedibile Anderlecht, le due semifinali scudetto nerazzurre, l’anno scorso il derby e quest’anno l’Atalanta, hanno lasciato davvero tanto amaro in bocca: questo gruppo meritava almeno un’affermazione importante. La meritava il mister, ma anche i due capitani Pippo Lora e Simone Ganz, alla loro ultima gara tra i giovani rossoneri. Lo meritava il responsabile Filippo Galli che, tuttavia, avrà modo di rifarsi nell’immediato con le fasi finali di Chianciano: toccherà ora agli Allievi e ai Giovanissimi Nazionali riscattare la sfortuna degli Under 20.

Ma spendiamo ancora qualche parola per Aldo Dolcetti, all’ultima panchina in Primavera prima di diventare responsabile della grande famiglia del Milan giovanile: la sua conferenza di saluto è molto lucida, analizza pecche e pregi, ma soprattutto sottolinea come sia molto più facile lavorare con elementi “ok” come Lora e Ganz. “Non tutti lo sono“, ricorda il mister e non si può non dargli ragione: in tal senso i social network svelano molto della vita dei nostri giovani atleti. Non ancora così “attenti” come la maggior parte dei big, non passeremo per bigotti se diremo che il buon atleta si riconosce fin da subito: poca vita mondana e tanto lavoro. Ciò non toglie nulla ai risultati di un gruppo importante, che regalerà sicuramente molti elementi futuri al grande calcio. Garantito.

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