Ambrosini e il capitano con la c minuscola, Ruiu risponde al Direttore

ambrosini fiorentinaBaresi, Maldini… Stop! Qui si ferma l’elenco dei Capitani con la C maiuscola del Milan berlusconiano. Quelli che sublimano la lunga e nobile stirpe dei capitani rossoneri nel Dopoguerra. Da Nils Liedholm a papà Cesare, ma soprattutto Gianni Rivera. Gli altri finora sono state comparse della fascia, l’ultimo più di tutti. Baresi, Maldini. Stop.

Il Milan “ancelottiano” del nuovo millennio ha poi potuto contare su una fitta schiera di capitani senza fascia, trascinatori, senatori, leader di se stessi e dello spogliatoio, campioni di testa, cuore e piedi. Cito alla rinfusa Gattuso, Inzaghi, Seedorf, Nesta, Shevchenko, Kakà, Thiago Silva, Pirlo, Ambrosini, Abbiati. Tre sono stati venduti per soldi, esigenza figlia dei tempi che stavano mutando. Gli altri sono stati trattati tutti allo stesso modo. “Ragazzi non possiamo più rinnovare contratti pesanti a campioni a fine carriera. Dobbiamo risparmiare e ringiovanire”. Due parole d’ordine. Tutti allo stesso modo, compresi Zambrotta e Van Bommel, quest’ultimo in lacrime dopo due anni di Milan. Due, non 18. Tutti allo stesso modo, tranne due, uno trattato peggio degli altri, uno trattato meglio.

Peggio degli altri è stato trattato Pirlo, lasciato a casa a soli 32 anni, quando la sua carriera non era affatto finita e purtroppo lo ha dimostrato. Poco mediatico e poco ruffiano Andrea ha iniziato l’epurazione con un anno di anticipo. E’ andato alla Juve, che nel 2011 non era certo la nostra avversaria principale, si è vendicato. Sgradevole, ma legittimo. Ingrato nei confronti dei tifosi e giustamente criticato.

Meglio degli altri è stato trattato Ambrosini, vuoi perché serviva un trait dunion tra il vecchio e il nuovo Milan, vuoi perché serviva qualcuno che indossasse la fascia. Fatto sta che nell’estate dei tagli a lui è stato fatto un contratto. Ad anni 36. Diciottesimo anno di contratto. Poco? Di questi 18 quanti Ambro ne ha giocati per intero? Memoria? Gratitudine? Attaccamento alla maglia? Tutto a parole. Nei fatti: Ambro ha atteso fino all’ultimo per strappare l’ennesimo contratto, cioé altri soldi.

Stavolta i soldi non ci sono stati e allora senza pensarci due volte è andato alla Fiorentina, la nostra rivale stagionale, quella che ce ne ha dette di tutti i colori. Non solo: nella presentazione ufficiale scherza sulla sua espulsione di Siena che stava per far concretizzare un dramma sportivo paragonabile al 5 maggio. Non c’era niente da ridere per noi milanisti. Noi, non tu. Rigore per il Milan? Sì, per fortuna quello non l’hai tirato tu. In Champions, forse, ci andiamo noi. Buon derby, con il Siena.

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