Pierre Aubameyang: rimpianto rossonero o sacrificio inevitabile?

aubameyangQuello di Pierre-Emerick Aubameyang è un nome che la maggior parte dei tifosi rossoneri aveva rimosso dalle proprie menti, visto che, pur prodotto del vivaio milanista, non è mai sceso in campo con la maglia rossonera, essendo stato mandato in prestito prima al Digione, poi al Lilla e infine al Monaco.

Il nativo di Laval è tornato agli onori della cronaca nelle scorse due annate, visto che ha realizzato quaranta gol in poco più di ottanta partite con la maglia del Saint-Eitienne, club che lo acquistò dai rossoneri per l’irrisoria cifra di un milione di euro. Negli scorsi giorni è stato ufficiale il suo trasferimento al Borussia Dortmund, con i vice campioni d’Europa che hanno sborsato la bellezza di quindici milioni di euro per farne l’erede di Robert Lewandovski.

Ecco, dunque, che più di un supporters rossonero, misto ad una parte dei media, ha ritenuto questa un’occasione persa per avere già in casa un potenziale campione. Certo è che le attenuanti di Galliani e Ancelotti, allora allenatore del Milan erano veramente tante, se consideriamo che il gabonese non faceva faville nella Primavera allora allenata da Chicco Evani e che il reparto offensivo della prima squadra di quelle annate (parliamo del 2007/2009) era composto da gente come Pato, Inzaghi, Borriello, Kakà, Shevchenko, Gilardino e Ronaldo, calciatori più o meno inamovibili, molti di questi che hanno fatto la storia recente del club di Via Turati. Ecco perchè non ce la sentiamo di crocifiggere la società rossonera, che, certo, avrebbe potuto magari dargli qualche occasioncina in più, ma nessuno avrebbe potuto prevedere una tale esplosione del classe 1989 e sfidiamo chiunque a pretendere un posto da titolare con tali mostri sacri.

Ora la possibilità di fare il grande salto in una delle squadre più forti d’Europa (resta da vedere se sarà tale anche dopo gli addii di Gotze e Lewandovski); compagine che è predisposta al gioco offensivo e per tale motivo fa esaltare gli attaccanti come “Aubame“, che al Milan la sua occasione non se l’è costruita, e che ora cerca la definitiva consacrazione sulle sponde della Rurh.

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