Seedorf: “Da allenatore la mia idea sarà un calcio totale ma offensivista. Il razzismo nel calcio? Spesso è ignoranza”

seedorfHa accarezzato l’idea di sedersi sulla panchina del Milan, ma dopo settimane di indiscrezioni più o meno vere, la possibilità è rientrata così come si era aperta: all’improvviso. Ora, Clarence Seedorf è pronto e concentrato sul suo obiettivo, ossia conquistare lo scudetto con il Botafogo e poi iniziare la carriera di allenatore, con un unico imperativo irremovibile: dare vita a uno stile nuovo e vincente. Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport l’olandese ha raccontato la sua filosofia calcistica e il suo punto di vista su molte tematiche attinenti ad essa:

Sul suo”tecnico modello”, a cui rifarsi in un eventuale futuro da allenatore: “Phil Jackson e tutti gli allenatori con cui ho avuto a che fare nel corso della mia carriera. Sono stato fortunato visto che ho potuto lavorare con i migliori tecnici degli ultimi venti anni. Gli allenatori di oggi? Non ho mai lavorato con Mourinho e Ferguson e mi piacerebbe sapere di più dei loro metodi. Apprezzo anche le idee calcistiche che stanno sviluppando Montella, Conte e Klopp”.

Sulla sua idea “offensiva” del calcio: “Non tradirò mai questa mia filosofia, ma si può essere offensivisti in modi differenti. Cercherò di insegnare “un calcio totale”. Un mix di possesso palla olandese, movimenti d’attacco spagnoli, qualità difensive italiane combinate alla mentalità orientata al risultato e creatività e velocità brasiliane”. 

Sul Botafogo: “E’ sempre un piacere servire un gruppo da leader. Il Botafogo ha un gruppo stupendo e gran parte del merito va all’allenatore Oswaldo de Oliveira. Dopo anni di astinenza il Botafogo ha vinto Taca Rio, Taca Guanabara e campionato carioca. Sono cresciuto, sono sempre più desideroso di insegnare ai miei compagni la mia visione del calcio per aiutare la loro crescita e la loro carriera”. 

Sui giocatori brasiliani più promettenti: “Sicuramente Neymar. Ma anche Bernard dell’Atletico Mineiro. C’è generalmente anche una buona scuola di difensori”. 

Sul razzismo: “Come possiamo combattere il razzismo nel calcio se in molti casi non si tratta di razzismo ma di ignoranza e di mancanza di rispetto verso gli altri? Nei casi di razzismo invece spetta alle autorità governative intervenire alla radice del problema. Il calcio può supportare le loro azioni mettendo a disposizione le voci dei personaggi del mondo del pallone. Il modello può essere la campagna “Respect Campaign” promossa dalla Fifa. Credo che non abbia portato grandi risultati dire solo “Stop al razzismo”, è tempo di cambiare strategia”. 

Infine, su Mandela:Mi ha insegnato che perdonare è la vera forza interiore”. 

 

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