Morales: “Consigliai al Milan Juninho Pernambucano, ma…”

massimo-morales_4-1365598358Massimo Morales è uno dei tifosi più girovaghi del calcio italiano e internazionale. Dopo aver fatto nel 94 il vice di Giovanni Trapattoni al Bayern Monaco per due anni ha lavorato come osservatore per il Milan dal 96 al 98, in questa veste ha avuto la possibilità di osservare molti giocatori.

Intervisto da it.eurosport.yahoo.com ha rivelato qualche segreto del suo mestiere: “Al Milan ebbi prima la funzione di osservatore per le gare della Champions, cioè seguivo le squadre che giocavano nel girone del Milan o che il Milan avrebbe potuto affrontare, tanto in coppa quanto nei loro campionati nazionali. Dopo questa fase mi spostarono a seguire specifici calciatori: il Milan mi inviava in giro per il mondo a visionarne di noti e di meno noti. Per esempio, fui uno dei primi a seguire David Trezeguet al Monaco e Nicolas Anelka nell’under 20 francese, o Juninho Pernambucano in Brasile, Serginho che poi arrivò al Milan e Cafu che era conosciuto ma non ancora il Cafu che poi diventò, e che mi sembra io seguissi nel Palmeiras“.

Qualche giocatore consigliato dall’allora osservatore fu acquistato dal Milan ma Morales ha un rammarico: “Dei giocatori che visionai, il Milan qualcuno poi lo acquistò, come Serginho e Cafu. Juninho Pernambucano non fu ritenuto pronto perché troppo giovane, e poi non bisogna dimenticare che era l’epoca dei tre stranieri, e che vi erano restrizioni per il loro tesseramento“. Morales considera basilare per ogni allenatore lavorare come osservatore: “La valutazione di un giocatore adesso mi risulta molto semplice, in allenamento mi basta vederlo una o due volte per inquadrarlo piuttosto precisamente, e questo a causa del lavoro di osservatore. Il confronto con allenatori come prima Oscar Tabarez, poi Sacchi e Capello, e con un dirigente davvero molto competente come Braida mi ha fatto crescere tantissimo. Le loro osservazioni e critiche sono state molto importanti: fu un’esperienza molto formativa, e consiglierei a qualsiasi tecnico, nel momento in cui non allena, di lavorare come osservatore“.

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