Allegri: “Con Berlusconi siamo d’accordo, andremo all’attacco. Mercato? Ho fiducia nei colpi finali di Galliani. Juve favorita, ma…”

allegri 2 (spaziomilan)E’ stimolante allenare i giovani, hanno fame e voglia di vincere“. Massimiliano Allegri si coccola i suoi ragazzi in vista del delicatissimo impegno dei playoff di Champions League. E a due settimane da quello che sarà già un dentro-fuori, il tecnico del Milan racconta le sue sensazioni della quarta estate sulla panchina rossonera in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Abbiamo parlato, io, Galliani e il presidente, e abbiamo deciso di continuare. Per me questa è una nuova sfida“, ha spiegato Allegri, riferendosi alla fiducia rinnovata, scaturita da quella famosa cena di Arcore del 2 giugno scorso. “Ho una squadra di ragazzotti di qualità e che rispetto all’agosto scorso abbiamo il vantaggio di essere insieme già da un anno. Credo che sarà un campionato più equilibrato, con una frattura fra le prime sei-sette e le altre. Ma la Juve viene da due vittorie, ha preso giocatori bravi e quindi è la favorita per forza. Dopo lo scudetto i favoriti eravamo noi, la Juve ha lavorato bene e ci ha battuti. Chi vince parte davanti, è così che funziona“. Proprio sulla frecciate degli avversari: “Io sto sempre tranquillo. Solo che alla Juve hanno preso qualche mia battuta troppo sul serio. C’è qualcuno che dovrebbe fare un bel corso di umorismo. Io ho la fortuna di essere di Livorno. L’umorismo per me è una cosa naturale. Mazzarri e Conte? Io rispetto tutti. Ma il carattere è una cosa e la capacità professionale un’altra. Conte ha fatto un lavoro eccellente, Mazzarri è bravo e farà bene anche all’Inter. Quanto a me, ora sembriamo un po’ più una squadra rispetto a un anno fa. Abbiamo dall’inizio Balotelli che è stato il colpo del 2013, abbiamo recuperato De Jong. E ho fiducia in Galliani: di solito nel finale fa sempre buoni colpi di mercato”.

E comunque il tecnico del Milan vede una squadra migliore rispetto allo scorso anno: “I giovani sono cresciuti, e se migliorano le qualità individuali migliora il gioco. Se io faccio giocare qualche ragazzo non è perché è un giovane e devo lanciarlo: se lo scelgo, lo scelgo perché è bravo. Petagna e Cristante hanno cominciato bene con la prima squadra: prima meglio Cristante, ora meglio Petagna. Ma bisogna avere equilibrio con i giovani, non esaltarsi se fanno bene e non ammazzarli quando sbagliano: El Shaarawy, che al primo anno di Milan a volte non veniva convocato, poi ha fatto 28 presenze. I ragazzi che abbiamo devono crescere, ma hanno qualità. Sono curioso di vedere Vergara e Gabriel“.

Quindi sulle amichevoli estive e le rivali italiane: “Guardo al mio Milan, e a parte i 35 minuti di follia contro il City mi pare che il nostro precampionato sia buono. Per quanto riguarda l’Inter, per esempio, ha cambiato metodo di lavoro. Mazzarri avrà tempo per fare progressi: giocherà una volta la settimana, e per una squadra rinnovata è un grande vantaggio. Real, Barça e Bayern sono una spanna sopra. In Champions può succedere di tutto, ci sono Manchester United e City, Psg e Borussia, ma è molto difficile che falliscano tre grandi club. Il Milan è stato coraggioso a chiudere un ciclo e dare una svolta. L’anno scorso dopo le cessioni di Ibra e Thiago sembrava un anno tragico, e siamo riusciti ad arrivare terzi e a giocarci il preliminare di Champions…L’ideale sarebbe restare sempre fra le prime tre e far crescere i ragazzi“.

E su Balotelli: “Si comporta bene. In fondo è ancora un bambinone. E poi è una persona educata, ma ha 23 anni, e va trattato come uno di 23 anni che deve migliorare in molti sensi. Mario sa cosa deve fare. Gli ho parlato a lungo, sa di essere il nostro giocatore più importante, quello tecnicamente migliore. Deve prendersi le sue responsabilità. Deve diventare il nostro leader tecnico. Non può essere il leader sul piano psicologico, perché è una persona timida. Lui o Ibra? Ho avuto la fortuna di allenarli tutti e due…Ibra per i primi quattro mesi è stato stratosferico, ci faceva vincere da solo. Poi è stato il solito grande Ibra per l’anno e mezzo successivo, ma i primi mesi sono stati incredibili. Mario è diverso, anche tecnicamente. Ibra ha più passaggio, Balotelli ha più dribbling. Ma ha potenzialità indescrivibili e deve migliorare tanto. Quando lavorava con Mourinho aveva cinque anni in meno. Con me di sicuro non piange”.

Quindi il capitolo “caldo” relativo al modulo: “A seconda degli avversari possiamo avere tre punte o due punte e un trequartista. Con Berlusconi siamo d’accordo. E poi nelle mie squadre ci sono sempre quattro giocatori offensivi: tre attaccanti più un centrocampista che si inserisce“. Ancora mercato su El Shaarawy: “Son contento che sia rimasto, perché Stephan ha fatto buone cose e ne farà di migliori. Ma bisogna guardare i fatti: i club italiani devono autofinanziarsi. Con tutti i soldi che girano nel resto del mondo, è impossibile essere incedibili. In Italia non ci sono giocatori incedibili”.

Ancora sulla difesa: “Pentito per Ogbonna? E’ un buon difensore, la Juve aveva una grande difesa e l’ha migliorata. Ma noi abbiamo preso Silvestre e quelli che avevo sono bravi. Criticano tanto la mia difesa, ma nel girone di ritorno abbiamo preso pochi gol. Significa che la squadra ha lavorato bene, perché se li lasci soli anche i difensori migliori del mondo fanno fatica. Sfrutto i giocatori che ho. E a me piace la difesa a quattro, con il centrocampo a tre“. E il punto sull‘infermeria: “Mexes e Abate sono a posto, dovrebbero essere pronti anche De Sciglio e Robinho”.

Infine Allegri elegge leader del gruppo Montolivo (“cresciuto molto sul piano della personalità“), Abbiati (“sembra un orso, ma è un uomo vero, sul quale un allenatore può contare“), Bonera e De Jong (“ha carisma e personalità. Non credevo che tornasse al top così presto“).

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