Juventus, Napoli e 28 milioni di motivi per gufare il Milan. Che rischia un risvolto agghiacciante

de sciglio milan-catania (spaziomilan)E’ l’aspetto che meno potrebbe interessarci in una giornata come questa, ma è anche un fatto da non sottovalutare. A Torino non lo diranno mai, ma, ammessi eventuali miracoli del Lione con la Real Sociedad, l’uscita prematura del Milan dalla Champions League 2013/2014 per mano del PSV potrebbe fare un grande, grandissimo piacere ai Campioni d’Italia. Il perché è presto detto: ancora in bilico tra seconda e terza fascia, l’eliminazione di un club che occupa attualmente l’urna numero due, leggasi Milan e Lione, porterebbe i bianconeri a prenderne automaticamente il posto e a poter evitare avversari del calibro di Atletico Madrid e Paris Saint-Germain.

Non che la terza fascia sia particolarmente benevola: basti pensare alla presenza di mine vaganti come Manchester City, Bayer Leverkusen e soprattutto Borussia Dortmund, finalista della scorsa edizione. Comunque vada, insomma, per le italiane, Milan (eventualmente) compreso, si prospettano gironi particolarmente ostici. E se la Vecchia Signora potrebbe effettivamente augurarsi il passaggio immediato dei rossoneri in Europa League per guadagnare una posizione fondamentale in ottica gironi, c’è un altro fattore che accomuna Juve e Napoli a discapito del Milan: si tratta degli introiti provenienti dai diritti televisivi, che la Uefa contratta con ogni singolo paese partecipante e che vengono ugualmente spartiti tra i club.

Si tratta di 14 milioni di euro in più a testa che Agnelli e De Laurentiis potrebbero destinare agli ultimi scampoli di mercato. Quei 28 milioni che priverebbero via Turati non solo di linfa vitale in chiave bilancio, ma che chiuderebbero ogni possibile discorso last minute in entrata. Aprendone forse qualcuno in uscita: è parsa clamorosa, ma forse non infondata, la boutade de La Repubblica di ieri secondo cui la mancata qualificazione ai gironi di Champions porterebbe la società a mettere automaticamente sul mercato Mattia De Sciglio. Agghiacciante pensarlo, come ci insegna Antonio Conte. Davvero agghiacciante.

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