Per una cresta che si rialza, riecco due “vecchi” problemi. Ma questo Eindhoven non fa proprio paura…

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.

P. Di Rienzo - Caporedattore SpazioMilan.it
P. Di Rienzo – Coordinatore SpazioMilan.it

Non giriamoci intorno. Se il Milan non dovesse superare questo playoff di Champions League non patirebbe un danno solo economico, ma anche e soprattutto di tipo tecnico. Si, perchè possiamo analizzare la gara di ieri sera scandagliando ogni minuto, ma un dato è certo (e si sapeva): gli olandesi del PSV Eindhoven sono assolutamente alla portata dei rossoneri. Tra una settimana a San Siro servirà ancora più concentrazione e un margine d’errore pari a zero per dimostrare la superiorità e accedere ai gironi. Tuttavia, urgono tre rapide considerazioni.

La prima riguarda Christian Abbiati. E’ un buon portiere (nessuno lo ha mai messo in dubbio), ma non è nuovo a scivoloni come quello di ieri sera, costato l’1-1 che comunque cambia poco nell’economia del ritorno. Il problema è che il Milan non può ritenersi al top sul discorso portieri. Abbiati è il migliore in rosa, ma forse non è esattamente il prototipo della prima scelta che un club di fascia alta, in Italia e in Europa deve avere. Può sembrare ingiusto, ma sfido tanti tifosi ad affermare il contrario. La priorità sul mercato oggi non è trovare un nuovo numero uno, però consiglierei di non derubricare rapidamente questo discorso. Il rischio, infatti, è quello di mettere la polvere sotto il tappeto: prima o poi te la ritrovi lì. E di vedere un Galliani infuriato in tribuna col proprio portiere, come lo scorso anno a Napoli, francamente non è proprio uno spettacolo edificante.

Secondo dato, purtroppo arcinoto: Boateng non è più il giocatore visto nei primi due anni in rossonero. Si diceva fosse l’assenza di Ibrahimovic, si diceva fosse il modulo, si diceva fosse il razzismo. Insomma, se ne sono dette tante, troppe, per non sentire il gong finale. Quello che dice che i bonus sono finiti. Con buona pace di tutti, ma proprio tutti. Meglio Niang dieci minuti che questo Boateng per due gare così delicate. E allora a San Siro, quando il Milan dovrà solo vincere, puntare sul tridente delle creste potrà essere meno spavaldo che farlo nella gara d’andata in Olanda.

A proposito di creste, ecco il terzo dato. El Shaarawy ha ritrovato convinzione, concentrazione e, soprattutto, la via del gol. Sono convinto che per avere la prima e la terza, gli servisse solo la seconda. Con la testa si vince, non solo quando la si usa per spingere in rete un pallone…

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