La prova di Birsa: buon inizio, poi si allinea all’imbarazzo generale

birsa milan-cagliari (spaziomilan)E dire che non aveva iniziato male, Valter Birsa. Il trequartista sloveno, protagonista un po’ per caso in questo scampolo di stagione a causa della defezione di Kakà e della discutibile esclusione di Saponara dalla lista Champions, sembrava pronto a smentire tutti gli scettici e tutti coloro che avevano storto il naso nel leggere il suo nome nella formazione titolare.

Invece dopo i primi, brillantissimi dieci minuti, il numero 14 rossonero si è spento, perso nel marasma generale e disorientato da dei compagni di reparto che non hanno saputo garantirgli né supporto, né palloni giocabili. Da possibile protagonista, dunque, lo sloveno è diventato lo specchio di una squadra quasi impaurita, incapace di trovare il bandolo della matassa e di rendersi pericolosa in fase offensiva.

Ingiusto, però, sarebbe attribuire a lui soltanto delle responsabilità che invece vanno cercate a raggio molto più ampio. La mancanza di qualità in mezzo al campo si sta facendo inevitabilmente sentire e vedere: nella difficoltà a rilanciare l’azione, nella lentezza in cui vengono cercati e trovati gli uomini offensivi, nella prevedibilità della manovra.

Dare la colpa a Birsa soltanto di tutti questi problemi sarebbe non soltanto ingeneroso, ma anche ingiusto, soprattutto se consideriamo che ieri sera, quando è stato chiamato in causa, lui almeno ci ha provato. Vogliamo ripartire da lì, da quei primi minuti che tanto ci hanno fatto ben sperare. Senza illuderci troppo, ma senza nemmeno voler bocciare qualcuno che non se lo merita.

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