Bonera: “Fiero di aver detto no alla Juve. Punto ad arrivare a 10 anni di Milan. Su Nesta e Montella…”

BoneraPromette che rientrerà presto, “adesso sto bene, a breve spero di riprendere a lavorare con la squadra. Si vede che sono un po’ anziano ma sempre in pista“, riabbraccia Kakà, “è una gran cosa il suo ritorno soprattutto per far crescere i giovani, quando è entrato nello spogliatoio sembrava davvero che non se ne fosse mai andato via“, ma soprattutto declina il corteggiamento della Juventus.

Daniele Bonera, in un’intervista esclusiva concessa a “Forza Milan!“, la rivista mensile ufficiale rossonera, corre in difesa del suo cuore da Diavolo e non vuole sentire ragioni: “Sono tifoso del Milan da quando ero bambino e ho sempre sperato di restare qui. Ammetto che si era parlato della possibilità di vestire il bianconero, ma non l’ho mai presa in considerazione e anche la società voleva tenermi. Ne parlai qualche mese fa con Galliani e di comune accordo abbiamo deciso di continuare il rapporto. Non ho nessun rimpianto di aver detto di no alla Juventus“.

Parole da leader, di chi sa che “quando arrivai al Milan più di sette anni fa, guardavo i ‘vecchi’ con rispetto e soggezione, mentre oggi capita la stessa cosa nei miei confronti“. Centrale, all’occorenza terzino, con un obiettivo preciso: “Nel 2015 avrò 34 anni, gli ultimi 9 dei quali trascorsi a Milanello. Mi piacerebbe entrare in doppia cifra. Anche se non posso lamentarmi: se nel 2006 mi avessero detto che oggi sarei ancora qui forse non ci avrei creduto. Da qui nessuno vorrebbe mai andarsene“. Ancora Bonera: “Per rimanere a grandi livelli non basta avere i piedi buoni, devi anche avere dei valori morali e una certa intelligenza per stare in ambienti come questo. I giovani di oggi? Sono più esuberanti, basta che non diventino maleducati o arroganti. Ma non è il caso del Milan“.

Dai troppi impegni a Mazzone, passando per il futuro: “I calendari sono intasati e si gioca troppo, allendandosi poco. Chi giocherà i prossimi Mondiali rischia di arrivarci col fiatone! Sarò sempre grato a Mazzone che ai tempi del Brescia mi fece fare le ossa nonostante avessi solo 19 anni, ma anche Ancelotti che mi ha dato fiducia e si è dimostrato una grande persona. Io allenatore? Per ora direi di no ma forse l’anno prossimo cambio idea. Mi piacerebbe fare parte dello staff tecnico di una squadra e lavorare sul campo, quello sì. Il difensore più forte con cui ho giocato? Non me ne vogliano Maldini o Thiago Silva, ma dico Nesta. L’attaccante più scomodo? Montella era fastidisio, ma anche Inzaghi non era da meno. Pippo ha tutto per diventare un allenatore con i fiocchi, ha grande carica e sembra nato per allenare. Come se fosse lui a scendere in campo“.

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