Capello: “De Rossi avrebbe fatto meglio a lasciare la Roma. Il più forte che ho allenato? Nè Ibra, nè Van Basten, ma…”

CAPELLOFabio Capello a tutto campo in una lunga intervista rilasciata a Fox Sport. Il commissario tecnico della Russia ha lanciato frecciate nei confronti della Roma, sua ex squadra.

Io fossi stato De Rossi me ne sarei andato al Manchester United per cercare di andare in una squadra dove l’ambizione è molto elevata – ha spiegato l’allenatore di Piris -. Qualche mese fa Moyes mi aveva chiesto un parere su di lui, un parere che non poteva che essere positivo”. E su Rudi Garcia: “Do’ ragione all’allenatore giallorosso quando dice che per i giocatori romani della squadra è stato meglio giocare il derby di pomeriggio, e non di sera, in modo da spendere meno energie mentali nel pre-partita. La Roma è da tre anni che ha una squadra competitiva, ma per motivi diversi non è mai riuscita a esprimersi al massimo. Garcia, che quest’anno sulla carta aveva una squadra meno forte rispetto alle passate stagioni, sta riuscendo a dare orgoglio alla squadra”.

Poi su Mario Balotelli: “Penso che la sua espulsione sia derivata dall’amarezza per aver sbagliato il calcio di rigore. Lui fa la differenza in certi momenti“. Quanto all’esonero di Paolo Di Canio dal Sunderland: “Era partito bene con la vittoria del derby, poi però si è perso. Credo che il rapporto con i giocatori sia fondamentale, i giocatori ti giudicano in ogni momento. I calciatori del Sunderland hanno affermato che Di Canio avesse con loro un comportamento dittatoriale. Penso stia lì il problema. Come giocatore Di Canio era un buon giocatore, non un cuor di leone, qualità che invece ha adesso da allenatore. Di Matteo lo vedrei molto bene al suo posto”.

Infine su Ibrahimovic: “Nel Paris Saint-Germain fa sempre la differenza. Davanti alla porta è meno egoista di un tempo, adesso cerca sempre l’assist. Da giovane aveva più fame di gol”. E su Ronaldo: “E’ il giocatore più forte che abbiamo mai allenato, ancora più forte di Van Basten. Il suo talento era incredibile. Purtroppo io l’ho allenato a fine carriera, quando non aveva più la voglia di sacrificarsi. Faceva cose che gli altri non erano neanche in grado di pensare”.

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