Tanto cuore, poca lucidità: per risalire serve qualcosa di più

poli zuniga milan-napoli (spaziomilan)“Non è stato il peggior Milan della stagione”: l’opinione media del tifoso rossonero sulla sconfitta di stasera sta tutta chiusa in questa frase, che sa di magra consolazione e beffa allo stesso tempo. Accontentarsi e scadere nel luogo comune, però, non porta da nessuna parte: questo Diavolo, infatti, sarà stato anche meno peggio di quelli visti nei giorni scorsi, ma difficilmente potrà restare al passo delle grandi con così tanti limiti, così tanti problemi, così tanti infortunati.

C’era chi si aspettava un Napoli ancora con la testa alla sbornia di mercoledì sera contro il Dortmund, c’era chi, seppur a denti stretti, diceva che i più forti non sempre hanno la meglio. Invece, purtroppo, nessuna delle due ipotesi ha trovato conferma: Rafa Benitez si è confermato grande psicologo e motivatore prima ancora che ottimo allenatore e ha presentato una squadra forse un po’ discontinua, ma cattiva, vogliosa di vincere e capace di sprazzi di gioco d’attacco di qualità assoluta.

Il Diavolo, però, ha avuto un enorme merito: non disunirsi dopo il bombardamento partenopeo dei minuti iniziali, restare in partita, ricostruirsi minuto per minuto, seppur con un gioco troppo frammentato e sempre troppo improntato su Balotelli. Merita un discorso a parte, Mario: nessuno gli può imputare di aver sbagliato il primo rigore in carriera, nessuno gli può imputare nulla sul piano tecnico dato che è stato, senza dubbio, il giocatore rossonero più pericoloso e determinato dall’inizio alla fine. L’espulsione a fine partita, però, non ha alcun senso e ha di nuovo riportato a galla le pecche comportamentali di colui che potrebbe essere un campione immenso, ma non si decide mai a crescere un po’.

Campione immenso che, invece, è già Gonzalo Higuain. Goal a parte l’argentino ha giocato per la squadra, si è proposto come costante punto di riferimento offensivo, ha dimostrato al popolo napoletano una volta di più che Edinson Cavani può davvero esser messo, senza rimpianti, nel cassetto dei ricordi. Difficile capire adesso dove potranno arrivare lui e questo Napoli. Una cosa, però, è certa: i partenopei hanno già imparato a vincere anche le partite dove non tutto gira alla perfezione, dove serpeggia un po’ di stanchezza. Hanno già imparato, insomma, a ragionare da grandissima squadra. E l’1-2 di stasera, ottenuto in casa di un Milan che forse non meritava di perdere, è un messaggio già chiarissimo ad Antonio Conte.

 

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