Abete risponde a Galliani: “Seguiamo la linea della UEFA”

giancarlo abeteA margine della Giunta Coni ha parlato il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha risposto alle richieste di Adriano Galliani riguardo le ormai famose “discriminazioni territoriali”.

Ecco al risposta di Abete: “È utile, opportuna e doverosa una riflessione sulle modalità applicative, mi sembra sia fatto un fatto fisiologico e naturale, ma il quadro normativo è delineato e non è frutto di una autonoma decisione della federazione ma in qualche modo di un sistema di contrasto che è stato recepito a livello internazionale“. Continua il presidente della Federazione: “La norma italiana ricalca una normativa proposta dalla Uefa, peraltro oggetto sia del congresso Uefa che Fifa. Siamo all’interno di un contesto internazionale che prevede una diversa modalità di contrasto nei confronti di situazioni di discriminazione“.

In merito alle frasi di Adriano Galliani: “C’è una linea di indirizzo della Uefa che tende a tutelare comunque la dignità della persona umana tale che anche le decisioni assunte per Lazio-Legia Varsavia (un turno a porte chiuse in Europa League per i cori contro i polacchi, n.d.r.) sono collegate a delle frasi che non avevano una logica discriminatoria in quanto tale. Quello che voglio far notare è che la discriminazione territoriale nel nostro codice di giustizia è presente da tantissimo tempo. Determina attenzione il fatto che è cambiata la gradualità delle norme. Le norme sono state varate dal Consiglio federale che è l’unico soggetto in grado di fare riflessioni a riguardo, ma l’indirizzo strategico è stato individuato congiuntamente da tutte le componenti”.

Ha parlato anche Giovanni Malagò, presidente del Coni: “Posso capire lo sfogo del presidente di turno che è penalizzato per colpa di una minoranza ma ci si deve uniformare a quelle che sono le disposizioni dell’Uefa. Quello che mi sento di dire è che non possiamo fare un discorso su chi ha la pelle di un altro colore o su chi viene da un’altra città. Sarebbe paradossale. Di conseguenza ci si deve uniformare alla precise disposizioni dell’organismo internazionale“.

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