Kakà simbolo contro i mal di pancia. Intanto c’è chi il suo esempio lo sta già seguendo

Arianna Sironi è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito. Conduce con il vicedirettore Daniele Mariani “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

A. Sironi - Coordinatrice SpazioMilan.it
A. Sironi – Coordinatrice SpazioMilan.it

Impossibile togliere dalla mente l’immagine di Kakà che come un esterno qualsiasi, si fa sù e giù per tutta la fascia. Ricordo che quando, negli anni passati, si vociferava di un suo ritorno a Milano in una posizione da playmaker molti bocciavano l’idea parlando della scarsa propensione difensiva di Riccardino. Sorrido, perché il giocatore che abbiamo vistro contro il Barcellona potrebbe davvero giocare ovunque. Ma non tanto per bravura (indiscussa, tra l’altro quanti raddoppi su Dani Alves e Sanchez ha fatto?), quanto per amore di maglia. “Se c’è bisogno faccio anche il terzino. Un campione ti fa vincere una partita, una squadra il campionato”. Giù il cappello, anzi giù le creste.

Quell’Allegri che parla di Kakà come esempio da seguire per i giovani, non può non aver pensato a Balotelli, Niang e in qualche modo anche ad El Shaarawy, che pur l’anno scorso si era sacrificato tantissimo nella stessa porzione di campo in cui ha giocato il 31enne brasiliano. L’umiltà di un pallone d’oro che torna a casa, sconfitto, ma non domo e anzi voglioso di riscatto. Al di là di quante partite riuscirà a giocare, al di là dei gol e degli assist, dei numeri e delle magie: la sua storia può insegnare tanto ai ragazzotti. E chissà, forse far scattare in qualcuno una molla per fare meglio e metterci di più (grinta, attenzione, voglia). Volendo potrebbe essere un deterrante per chi già ha dimostrato di avere qualche mal di pancia di troppo. Un po’ come lo era stato Sheva ai suoi tempi, magari con un esito diverso.

Aspettando e sperando nella maturazione sul campo e fuori delle tre creste. Chi sembra già prontissimo a seguire il modo e lo stile del vice capitano rossonero, è Gabriel. Non inserito in lista Champions il portierino verdeoro ha sfoderato un’interessante prestazione contro l’Udinese in campionato. Di Kakà di certo non può avere i colpi di classe in campo, ma davanti ai microfoni certamente sì. Pacato, senza grilli per la testa e con tanta voglia di lavorare per crescere. In molti avrebbero reclamato più spazio dopo una buona prova, lui si è limitato a ringraziare per la fiducia e a promettere impegno e costanza. A proposito di brasiliani, Robinho segna e sorride…che sia tornato il sambaMilan?

Twitter: @arisiro92

Impostazioni privacy