I problemi del Diavolo vanno oltre gli aspetti tecnico-tattici. Caen inaspettato punto di non ritorno

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. È allenatore, con esperienze nei settori giovanili della Pro Sesto dal 2006 al 2010 e del Crescenzago nel 2011.

F. Villa - Collaboratore SpazioMilan.it
F. Villa – Collaboratore SpazioMilan.it

Per giocare a calcio non basta la tecnica. Dobbiamo metterci più agonismo. Non ce l’ho con nessuno in particolare ma è difficile chiedere all’allenatore di giocare di più se poi si fanno partite così”.

Un piccolo quanto significativo estratto dalle dichiarazioni di Allegri nel post-partita di domenica sera a Caen. Forse questa volta anche lui ha perso la pazienza. Forse è stato toccato il fondo. Max lo si può criticare perché il suo Milan non ha ancora un’identità, per non esser reattivo nel cambiare le partite attraverso le sostituzioni, ma nulla gli si può dire per come è in grado di gestire la comunicazione nel dopo gara. Dimostra spesso lucidità e competenza, a volte in misura maggiore rispetto a quanto non sia in grado di trasmettere ai suoi Ragazzi sul campo.

Uno sfogo pungente ma misurato, che ben rappresenta il momento rossonero. Questa squadra non crede in quello che fa, è impaurita e fin troppo consapevole dei suoi limiti. Ai nostri giocatori manca il sorriso, manca l’entusiasmo. Pare scendano sul terreno di gioco come fossero obbligati, quasi fosse un lavoro ingrato.

Sembrano passati secoli dalla vigoria della rimonta sulla Viola. Dall’esordio in rossonero di Balo che tanta forza e convinzione aveva saputo dare a tutto il gruppo. Quella sera di febbraio, proprio contro l’Udinese nostro prossimo avversario in campionato, tutti provavano la giocata, tutti spingevano sull’acceleratore. Tutti credevano fermamente di poter raggiungere un obiettivo per chiunque impossibile. Quel terzo posto che era una chimera la scorsa stagione, figuriamoci in questa.

Non ci resta che sperare quantomeno che sabato sera non ci siano restrizioni di alcun tipo per l’ingresso a San Siro. Per uscire da questa spirale di negatività tutti insieme, con una mentalità ed un approccio differente da quello mostrato fin ora. Pazzini già lo scorso anno lo aveva detto: “Siamo noi calciatori, con impegno e risultati, gli unici a poter far tornare la voglia ai nostri tifosi di ripopolare lo stadio“. E così fu.

Oggi quell’auspicio si rinnova. Aspettando il Faraone, chissà se basteranno il rientro di SuperMario e di Ricardo Kakà a trascinare il Diavolo fuori dai guai.

Twitter:@fabryvilla84

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