Bene Rami, ma perché solo ora?

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.

L. Dimitri - Redattore SpazioMilan.it
L. Dimitri – Redattore SpazioMilan.it

Ora è sicuro, il Milan da gennaio in poi potrà fare affidamento su un centrale difensivo di sicuro affidamento. Dal Valencia è arrivato, ed oggi sosterrà il suo primo allenamento con la prima squadra, il difensore francese Rami. Senza dubbio un buon acquisto che aiuterà l’incerta retroguardia rossonera nella seconda parte di stagione, ma fino ad allora? Al di là di infortuni e congiunture sciagurate, i rossoneri si trovano già a tredici punti dalla vetta e a undici dalla zona Champions. Addirittura la situazione è peggiorata rispetto ad un anno fa quando i punti in classifica erano di meno (uno) ma le prime tre posizioni erano meno distanti. Considerato poi il valore delle attuali capofila della Serie A, si può comprendere quanto la stagione del Diavolo possa essere già compromessa.

Pare difficile, infatti, immaginare che questo Milan, o comunque uno leggermente migliorato, possa recuperare così tanti punti a squadre come Juve, Napoli e Roma di questa stagione che, senza ombra di dubbio, sono da considerarsi una o due spanne sopra alle varie Inter, Fiorentina e Lazio che l’anno scorso sono state rimontate e superate dai ragazzi di Allegri, protagonisti, da Novembre in poi, di una rimonta pazzesca. Ammesso e non concesso che anche quest’anno si possa bissare quella rimonta, appare comunque improbabile che si ripeta lo stesso copione. Ma se i rossoneri sono malinconicamente a soli otto punti in classifica ci sono un po’ di colpe da suddividere. Certo ci sono stati gli infortuni, ma la difesa colabrodo è stata la causa principale dello scempio visto fin qui.

Da Abbiati, passando per Mexes, Zapata e Constant (o Emanuelson che sia), un Milan capace comunque di realizzare tredici reti (cifra di tutto rispetto) paga a caro prezzo le tredici reti subite, media da zona retrocessione (solo Bologna e Sassuolo ne hanno subite di più!). Inutile ricordare che i tanti punti in meno in classifica siano frutto di una difesa non all’altezza della situazione. Ed allora, perché ci si è resi conto di aver bisogno di un rinforzo per la terza linea solo ad ottobre? Perché si è mandato in archivio il calciomercato estivo con gli arrivi (che fin qui si sono dimostrati inutili) di Kakà e Matri e con l’immobilismo totale nelle altre zone del campo? Qualcuno nei piani alti di Via Turati continuava a dire che con Silvestre, Zapata e Mexes (ed il recupero di Bonera) la difesa sarebbe stata a posto così, ora avranno cambiato idea?

E ci voleva un altro inizio di stagione disastroso? La mancanza di un piano strategico e di un’idea di squadra ben precisa è la cosa che più preoccupa in assoluto. Così come nel gennaio scorso in cui l’arrivo di Balotelli arrivò a colmare il vuoto lasciato da Ibrahimovic, ma solo sei mesi dopo quando quasi tutti gli obiettivi erano andati in fumo ed il terzo posto è stato raggiunto solo grazie ad una manna dal cielo (e non solo). Ora si sta cercando di porre di nuovo gli stessi rimedi dopo aver commesso gli stessi imperdonabili errori. Ma se sbagliare è umano, perseverare è diabolico e non sempre la fortuna aiuta chi crede di essere audace.

L’inferiorità palese mostrata contro Juve e Napoli (seppur con tutte le attenuanti del caso) né è la prova lampante e, considerato che questa Roma (da cui qualcuno dovrebbe prendere spunto nel fare mercato visti gli oltre 30 milioni di attivo con cui hanno chiuso un mercato condotto in maniera impeccabile) appare di un altro pianeta rispetto al miglior Milan possibile ed immaginabile,  appare assai complicato ora, purtroppo, pensare ad un Milan che possa lottare per un obiettivo diverso da quello dell’Europa League. E, ad inizio ottobre, dover parlare in questi termini del club più titolato al Mondo è quantomeno triste e desolante.

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