Il Diavolo non fa più paura. E se il problema nascesse dall’attacco?

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. È allenatore, con esperienze nei settori giovanili della Pro Sesto dal 2006 al 2010 e del Crescenzago nel 2011.

F. Villa - Collaboratore SpazioMilan.it
F. Villa – Collaboratore SpazioMilan.it

Passano le giornate, ma i difetti restano costantemente gli stessi: gestione della palla soporifera e gol incassati a profusione. In campionato lo score recita 13 reti subite in 7 gare. Prima abbiamo incolpato i centrali, poi i terzini, successivamente i centrocampisti non in grado di fare filtro, arrivando alla conclusione che il Milan pecca genericamente in tutta la fase difensiva e sopratutto sui tiri da fermo.

E’ un’analisi condivisibile ma per certi versi superficiale ed approfondendo il tema si scopre per esempio che su calcio piazzato abbiamo subito ‘solo’ 4 reti: una a Verona, una in casa col Napoli e due tragicomiche domenica sera con la Juventus. Le restanti 9 invece, sono arrivate quasi tutte da ripartenze generate da palle perse nostre, paradossalmente spesso lontano dalla nostra area, magari con 6/7 giocatori oltre la linea del pallone. Questi numeri ci suggeriscono che la squadra non è innanzitutto capace di attaccare. Purtroppo pur non essendo in grado di offendere, i rossoneri si ritrovano sovente nella condizione di dover far la partita, autolimitandosi con un triste tiki-taka de noartri, regalando puntualmente alla prima esitazione praterie agli avversari. E’ chiaro che in campo aperto qualsiasi linea difensiva va in difficoltà. A onor del vero la nostra forse più di altre.

Il possesso palla è quasi sempre orizzontale, lento e fine a se stesso. E’ come se giocassimo uno sport differente. Basta osservare quanti gol ha fatto la Roma capololista ribaltando il fronte per capire una volta di più che siamo fuori dal tempo. C’è consapevolezza delle lacune tecniche e questo inibisce anche il coraggio. Non andiamo mai in verticale, infatti non abbiamo mai segnato in contropiede e ne abbiamo abbozzati pochissimi. Manca fiducia, sfrontatezza ma mancano in primis qualità, velocità di gamba e di pensiero.

Segniamo a ridosso o oltre il 90esimo perché è l’unico momento della partita nel quale, obbligati dal risultato, ci troviamo costretti a creare quantomeno un presupposto per calciare in porta. I rientri di Balotelli, El Shaarawy, Kakà e Pazzini non potranno da soli invertire questa tendenza. Occorre che il Mister lavori tatticamente su questi aspetti. Così non si può andare avanti. Qui non c’entra il modulo, il trequartista o la mezz’ala. Qui serve un cambio di mentalità, di atteggiamento, perché il vero problema è che non ci teme più nessuno.

Twitter:@fabryvilla84

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