Lazio: Klose-Candreva letali, fase difensiva poco efficace

Candreva-AntonioDopo la brutta sconfitta contro il Parma, il Milan ha subito l’opportunità per riscattarsi. In occasione del secondo turno infrasettimanale di Serie A, alle 20.45 di stasera, a San Siro arriva la Lazio di Petkovic. L’incontro si prospetta difficile, contro una squadra che domenica sera è tornata alla vittoria, ma i rossoneri non possono permettersi di perdere altri punti. I biancocelesti si schierano con un 4-3-3 di movimento: gli esterni d’attacco hanno il compito di ripiegare in fase di non possesso e a interscambiarsi con gli interni di centrocampo, che sono soliti correre alla follia e tendono a inserirsi il più possibile, mentre i terzini non rinunciano a sovrapporsi e spingersi in avanti. Intensità, grinta, densità, compattezza e intenzione di fare la partita. Sono questi i dogmi di Petkovic, che pretende una squadra offensiva ma equilibrata.

Punto di forza: Klose-Candreva-Marchetti.
Trentacinque anni e non sentirli, è proprio il caso di dirlo. Malgrado l’età e gli acciacchi fisici, Miroslav Klose rappresenta uno dei maggiori pericoli per la nostra difesa. Centravanti in possesso di fiuto del gol, stacco di testa letale, fisicità, capacità di fare reparto da solo e di fare salire la squadra, creando di conseguenza gli spazi per i compagni, il tedesco è ancora in grado di fare la differenza e di prendersi le luci della ribalta. Con la sua potenza e il suo opportunismo, è in grado di scardinare qualsiasi retroguardia. L’altro laziale a cui bisogna prestare particolare attenzione è Antonio Candreva, massimo esponente della filosofia di Petkovic, nonché capace di unire qualità e quantità. Dotato di dinamismo, resistenzatecnica di base, senso del gioco, inclinazione verso l’incursione e verso la conclusione dalla distanza, il biancoceleste è una mezz’ala polivalente, abile nella rottura e nella costruzione dell’azione. Infine, la Lazio può contare su un portiere affidabile- Federico Marchetti- che in queste ultime stagioni ha assicurato continuità di rendimento. Puntuale sia nelle uscite sia tra i pali, il portiere biancoceleste riesce a infondere sicurezza ai compagni di reparto. Spesso ha messo a segno interventi difficili e decisivi, di rado capita che commetta errori evitabili.

Punto debole: mancanza di incontristi-difesa.
La pretesa di Petkovic, che predica efficacia anche in fase di non possesso, al momento risulta una vana utopia. La Lazio è una squadra di stampo offensivo, che dispone di singoli dalle buone qualità tecniche, ma che non può fare affidamento su centrocampisti abili nella fase di rottura. Gli unici due mediani che recuperano palloni sono Onazi- che stasera potrebbe partire dalla panchina- e Candreva che, però, non interdice con regolarità. Così facendo, sul lungo andare, i laziali potrebbero esporsi ad azioni di rimessa e una difesa poco stabile rischierebbe di tremare troppo spesso. Proprio così. L’altro problema della Lazio riguarda la retroguardia. I terzini si propongono molto in avanti ma, se puntati, vanno in difficoltà: peccano in senso della posizione e in fase di copertura. Male anche al centro dove, a causa di molte assenze, Petkovic è costretto a schierare difensori fisici ma poco mobili e per nulla tattici. Ecco allora che, se il centrocampo non facesse filtro a sufficienza, la difesa potrebbe concedere occasioni a valanga e crollare da un momento all’altro.

Elemento chiave: Candreva-Klose.
Sono loro i pilastri di una Lazio alla ricerca di certezze. Sono loro gli uomini capaci di cambiare il volto delle partite, leggendone con lungimiranza lo svolgimento. Sono loro i più continui, gli assi nella manica di Petkovic. Candreva corre a raffica, tiene palla senza perderla, imbastisce azioni con precisione, ripiega, salta il dirimpettaio e inventa dal nulla inserimenti vincenti: è (quasi) sempre al posto giusto al momento giusto. Per arginarlo, bisogna prevedere con anticipo i suoi tagli e i suoi movimenti tra le linee. E che dire di Klose? Gli basta un pallone, una mezza occasione, per gonfiare la rete e decidere le sorti di una gara. Anche quando non è in forma, grazie al suo strapotere fisico, alle sue doti da finalizzatore, alla sua capacità di difendere la sfera e alla sua efficacia nel gioco di sponda, sa essere determinante. La difesa rossonera non deve concedergli possibilità: il rischio che possa incidere è elevato.

Impostazioni privacy