Chi accende la luce al Diavolo?

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.

P. Di Rienzo - Caporedattore SpazioMilan.it
P. Di Rienzo – Coordinatore SpazioMilan.it

Tenebre. Come la stanza più buia che ci possa essere. Questo Milan non ha idee. Non una degna di chiamarsi come tale. Zero. Pur essendocelo detti tante volte che il centrocampo ha più quantità che qualità, la gara di ieri sera contro l’Ajax fa emergere ancora una volta un ineludibile appello a chi ama i colori rossoneri: qualcuno accenda la luce.

Aspettando Kakà in versione Diogene con la lanterna, il gioco di questo Milan non può che essere “palla a Balotelli” con la speranza che possa sempre accadere qualcosa di buono. Ieri sera SuperMario è stato fermato dalla traversa, ma c’è qualcosa di troppo anomalo in una squadra che spesso lascia intravedere la magagna di non avere un riferimento sulla mediana. E non stanno in piedi neppure le tesi di chi sostiene concetti del tipo: “Anche con Ibra ci si basava su un giocatore e basta”. Per carità, è vero che Ibra è sempre stato ed è un attaccante che catalizza tutto il gioco della squadra. Ma a centrocampo quel Milan poteva contare su gente come Seedorf, Gattuso, il miglior Boateng dei primi tempi, Van Bommel, etc.

Oggi, con tutto il rispetto per chi prova a tirare la carretta, vediamo un volenteroso Poli sostituito dall’eternamente indecifrabile Emanuelson. Vediamo Muntari che randella e corre, ma non apre spazi. Diventa facile in questo contesto far emergere Montolivo quale “speranza” per trovare un minimo di geometria. Ma forse questo è il segno più tangibile dei tempi che cambiano.

Un po’ come le ore che sta vivendo il Presidente, Silvio Berlusconi, vicinissimo ad incassare uno strappo interno alla sua formazione politica. Un dato che terrà il Cavaliere ancora più lontano dalle vicende milaniste. Con buona pace di chi da domani invocherà visite a Milanello a mo’ di panacea per i mali rossoneri.

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