Un gran gol di Birsa e (piccoli) segnali di crescita: tre punti d’oro

birsa milan-udinese (spaziomilan)Rientro dalla sosta vincente per il Milan che, nel secondo anticipo dell’ottava giornata di campionato, ottiene un successo importante per il morale e per la classifica. Successo in fin dei conti meritato, ma non privo di sofferenze. Per avere la supremazia delle fasce e godere di maggiore copertura, Mister Allegri torna al 4-3-3 di movimento, con Robinho sulla sinistra e Birsa che si posiziona largo a destra. Scelta azzeccata. Lo sloveno inizia nel migliore dei modi: salta il dirimpettaio, ripiega con regolarità e tenta la conclusione senza timore. E a metà del primo tempo fa esplodere San Siro: sugli sviluppi di un’azione di rimessa da lui stesso avviata, Valter lascia partire un sinistro che non lascia scampo a Kelava e che di conseguenza porta in vantaggio il Milan.

L’Udinese non riesce a reagire, mentre Montolivo– migliore in campo- e Poli salgono in cattedra: corrono alla follia, recuperano palloni a volontà e si propongono in avanti, impossessandosi della linea mediana, malgrado a volte risultino poco lucidi. Solo sulla catena di sinistra, per via di un Muntari poco in palla e di un Robinho a corrente alternata ma mai incisivo, gli ospiti trovano varchi per colpire. Constant, però, riesce a farsi valere e a coprire con efficacia. Giocano bene anche gli altri componenti del reparto arretrato che, coordinati da un Gabriel scattante e abile nelle uscite, mettono in scena una prestazione convincente. E’ proprio il portiere brasiliano, al 63′, a deviare sulla traversa una bella punizione di un Antonio Di Natale che per l’intero arco di gara è stato controllato con tranquillità dalla coppia Silvestre-Zapata.

Guidolin continua a cambiare modulo, passando dal 3-5-2 al 4-3-1-2 e dal 4-3-1-2 al 4-2-4, ma il Milan riesce a gestire la situazione. I friulani cercano di fare possesso palla e tentano verticalizzazioni mirate a innescare Di Natale, ma i nostri si difendono con ordine, non commettono errori dettati da una scarsa concentrazione, sono determinati e hanno la possibilità di ripartire. Il colpo del k.o. non arriva soltanto per via di un Matri mai in partita e dell’imprecisione di Niang che, lanciato in contropiede da un Kakà che gioca un quarto d’ora di buon livello, in due circostanze non riesce a centrare la porta. Certo, non segnando il Milan il gol del due a zero, nei minuti finali la tensione aumenta. Ma il triplice fischio di Guida sancisce il ritorno alla vittoria. Che è ciò che conta davvero, più di qualsiasi cosa.

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