Terzini senza spinta e copertura, l’attesa resta tutta per De Sciglio

el shaarawy abateProblema di gruppo prima che di singoli, le difficoltà di reparto da superare per poi lasciare spazio anche a miglioramenti individuali. E’ questo l’obiettivo generale della difesa del Milan, sotto accusa e che fino adesso in campionato ha lasciato fin troppo a desiderare: 13 gol subiti in 7 giornate (media 1.8), peggio hanno fatto solo Bologna e Sassuolo. Le maggiori critiche fin qui sono state mosse (giustamente) verso la coppia centrale Mexes-Zapata, quest’anno non all’altezza e spesso colpevole di errori gravi su situazioni da fermo elementari. L’intesa che un anno fa, nel girone di ritorno, era, o forse appariva, solida e sicura, decisiva per la rimonta da Champions, adesso non c’è più. Non erano fenomeni prima, adesso non sono da buttare. Ma è doveroso un rapido cambio di marcia. Anche sulle fasce

Sì perché senza De Sciglio poche sono state le occasioni in cui i vari Abate, Zaccardo, Constant ed Emanuelson hanno convinto fino in fondo. Corsa affannosa, imprecisione e da rivedere in copertura. Soprattutto, quasi mai un assist per gli attaccanti. L’unico quello di Abate nell’andata dei playoff Champions contro il PSV, quando pescò perfettamente El Shaarawy di testa per l’1 a 0 Milan (1 a 1 il finale). Da lì in poi il vuoto. Qualche giocata preziosa di Robinho, diverse invenzioni di Balotelli e la caparbietà di Muntari hanno fatto il resto. Ma se la spinta dei terzini non porta praticamente mai benefici è un problema, un grande squadra dovrebbe interrogarsi sul perché e lavorare di conseguenza. Manca un’arma che nel calcio moderno non può più mancare.

Basterebbe dire che manca De Sciglio, davvero capace di proiettarsi in attacco con lucidità e servire in area palloni invitanti e precisi, dosati e pronti per l’uso. Ma da solo non basta. Lo scatto di Abate dovrà trovare più senso, i muscoli di Constant un po’ di classe, i piedi di Emanuelson convinzione. Per voltare pagina non servono necessariamente grandi stravolgimenti, ma studiare e correggere i piccoli dettagli. E’ ora.

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