Udinese: difesa instabile, ma Totò…

Di NataleE’ arrivata l’ora di tornare in campo, di tornare a vincere e convincere, di risalire la classifica e di ricominciare a scendere in campo con grinta e determinazione, evitando leziosismi e cali di concentrazione: è arrivato il momento di Milan-Udinese. Tornare ai tre punti, stasera, è l’unica cosa che conta. Dal canto loro, però, i friulani sono una squadra pericolosa e ben organizzata. Francesco Guidolin è un allenatore che sa il fatto suo: prepara le gare con meticolosità e attenzione, è in grado di leggere lo sviluppo dell’incontro e di cambiare modulo in base al materiale a propria disposizione e alle necessità richieste dalle situazioni che si creano. Intensità, aggressività, densità, squadra corta e ripartenze rapide. Sono questi i dogmi del tecnico veneto. Dogmi che i suoi giocatori applicano alla perfezione in quello che, per lo meno in apertura, è un 3-5-2 mirato ad assicurare compattezza e pragmatismo. Spinta sulle fasce e supremazia in mediana. E’ così che l’Udinese intende imbrigliarci, per poi ripartire e cercare di colpirci.

Punto di forza: Di Natale-Muriel.
Il gran lavoro dei centrocampisti viene concretizzato dalla coppia d’attacco che, lanciata in contropiede, esprime al meglio il proprio potenziale. Il colombiano è una seconda punta in possesso di velocità, resistenza, scatto in profondità, esplosività, tecnica e personalità. Non ha paura a tentare la conclusione dalla distanza o l’azione personale, svaria su tutto il fronte d’attacco e, grazie a un fisico compatto, ripiega con regolarità. Quando è in forma- rientra dopo aver giocato con la propria nazionale e potrebbe partire dalla panchina- risulta difficile fermarlo. Con i suoi dribbling e le sue giocate (a volte) imprevedibili, è capace di creare superiorità numerica e di mettere in difficoltà qualsiasi difesa. Suo compagno di reparto è Antonio Di Natale, uno dei bomber più spietati al momento in circolazione. In grado di andare in gol con grande facilità, il centravanti napoletano è un opportunista di prim’ordine, ma dispone anche di qualità balistiche– che gli permettono di segnare reti di pregevole fattura- e abilità nell’uno contro uno. Malgrado un fisico non devastante (170 cm per 70 kg) e un’età non più giovane, Di Natale sa divincolarsi dalle marcature e sfruttare il minimo errore dei difensori avversari. Concedergli spazi e palle gol è un reato: dal nulla, può estrarre il coniglio dal cilindro.

Punto debole: difesa, tranne Danilo.
Quando il centrocampo si trova costretto ad abbassare il ritmo o incontra qualche problema nel fare filtro, escono allo scoperto le vere pecche dell’Udinese: gli interni di difesa. Danilo è un centrale affidabile, in possesso di fisicità e senso del gioco, ma i suoi compagni di reparto presentano numerose lacune. Pur disponendo di potenza e aggressività, Hertaux e Naldo evidenziano problemi di mobilità e di comprensione dello sviluppo dell’azione: spesso si trovano fuori posizione, risultano lenti e commettono ingenuità. Certo, giocando in una difesa stretta, riescono a cavarsela e a completarsi a vicenda (anche grazie all’aiuto di Danilo). Ma sul lungo andare, nonostante la copertura dei mediani e degli esterni, non possono che palesare i propri limiti e risultare gli anelli deboli della formazione friulana. Puntati con insistenza o messi in difficoltà con inserimenti tra le linee, dal momento che non sempre sono impeccabili nell’attuazione della diagonale, possono davvero andare in difficoltà. 

Elemento chiave: Antonio Di Natale.
Capitano e centravanti, che nelle ultime quattro stagioni ha segnato un minimo di 26 reti e un massimo di 29, è lui l’anima dell’Udinese. Tutte le trame offensive costruite dal centrocampo e dalla difesa sono rivolte a lui (e al suo compagno di reparto), leader del gruppo, sempre al posto giusto nel momento giusto.  Grinta, carisma, incisività e fantasia. Una sorta di mito della tifoseria friulana, una sorta di incubo per tutti i difensori della Serie A. Attenzione.

Impostazioni privacy