Leo e Andrea, perché è finita così?

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.

In questi giorni sono circolate delle voci particolarmente suggestive intorno all’ambiente rossonero. Voci di corridoio che si legano alla probabile rivoluzione societaria e tecnica che avverrà, sotto la supervisione della famiglia Berlusconi, a fine stagione. Mai come in questo periodo il Milan si trova davanti e così vicino ad una svolta epocale che potrebbe cambiare completamente i connotati a quella che è la società rossonera che noi conosciamo. Guida tecnica, assetto societario, filosofie di mercato. Molto probabilmente, la stagione 2014-2015, partirà con delle novità in tutte queste voci.

Da Barbara Berlusconi che assumerà sempre più poteri all’interno della società ad un Adriano Galliani che potrebbe defilarsi in maniera definitiva, fino ad arrivare ad un nuovo timoniere che sarà completamente diverso dal parsimonioso e pacato Massimiliano Allegri. Clarence Seedorf è stato più volte etichettato come la scelta numero uno di Silvio Berlusconi ed il principale antagonista del tecnico livornese. Alcuni botta e risposta piccati e piccanti fra i due, hanno dimostrato che non scorre buon sangue. Ma se due indizi possono fare una prova, sembra totalmente infondata la notizia che porterebbe di nuovo Andrea Pirlo, in scadenza di contratto con la Juventus, a Milanello.

Appena nelle ultime ore è arrivata la sua smentita ufficiale,ma anche quella corrente di pensiero che parlava di un ritorno (all’interno di un nuovo assetto societario) di Leonardo nei quadri dirigenziali della società, sembrava fin da subito una suggestione non realizzabile per vari motivi. Ma, se con uno come Kakà è stato semplice fin da subito dimenticare sofferenze e reminiscenze del suo addio, con i due personaggi citati sopra non sarebbe di certo la stessa cosa. I loro addii e “cambiamenti di maglia o panchina” hanno avuto strascichi polemici non indifferenti e in entrambi i casi, nonostante non fossero stati trattati benissimo da una società che ha sempre rivendicato il fatto di essere una grande famiglia, si può parlare di tradimento bello e buono sia nei fatti che nelle parole.

Pirlo è passato senza farsi scrupoli alla Juventus e non ha mai nascosto la sua insofferenza verso il Milan ed il suo ambiente. Magari qualcuno, quando nel suo libro sparava a zero su gente come Inzaghi ed altri esponenti della società, dovrebbe ricordargli che in rossonero è diventato il grande campione che è, che Ancelotti è stato il primo a dargli una fiducia incondizionata in una grande squadra e che forse due Champions non le alzerà mai più in vita sua. Stesso discorso vale per Leonardo. Giocatore, dirigente e poi allenatore del tanto “odiato” Milan.

Certo, magari sarete voi quelli che a Milanello non mettereste più piede ma molti rossoneri hanno una memoria lunga e sanno che le bandiere sono altre, che chi ha amato ed ama la maglia del Diavolo come una seconda pelle è lontano anni luce dai vostri comportamenti e tradimenti. Quindi, se deve essere nuovo corso che sia, ma le minestre riscaldate, di solito, non portano ventate di freschezza e cambiamenti ma ti lasciano ancorato ad un passato che non tornerà mai più ma su cui si deve riflettere per ripartire e tornare ad essere grandi.

 

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